Questo Ep di 4 canzoni sembra voler mostrare che esiste un filo continuo che unisce il merseybeat degli anni 60, il mod dei 70, il garage revival degli 80 ed il britpop dei 90. Il trio di Torino, attivo da quasi 9 anni, giunto con questo al terzo Ep, incide per una piccola etichetta londinese e canta in lingua inglese, proprio a sottolineare che è lì che il cuore batte, in Gran Bretagna, e se in tutti e quattro i brani qui presenti coniuga suoni elettrici e acustici, la sottile vena dolciastra e psichedelica ben si coniuga con il potenziale rock agitato, che pure a tratti fa capolino tra armonie innocenti, articolate e persino intimiste.
Il punto debole del terzetto italiano – rilanciatosi dopo aver assestato la line-up nel corso di vari anni e attraverso vicissitudini che l’hanno fatto funzionare a corrente alternata – rimane per ora la voce del cantante, non particolarmente estesa, profonda e sicura, sebbene la pronuncia anglofona sia buona.
‘Like Worn Graffiti’, brano di chiusura, sintetizza piuttosto bene la gamma di paesaggi che gli Shards (le schegge, dovrebbe essere la traduzione più appropriata del loro nome…) sanno dipingere.
L’Ep annuncia il prossimo disco, atteso a breve.
Shards – Down the Stomach
Shards | MySpace Music Videos
Autore: Fausto Turi