Giunti al terzo album, i riminesi Marsh Mallows non sciolgono la riserva e testardamente mantengono ben salda la loro rotta tra scogli punk e secche metal, zigzagando tra i due generi con abilità ed impegnandosi non tanto nella loro sintesi all’interno del singolo pezzo (che ad ogni modo riesce alla grande in ‘Jackie’) piuttosto alternando pezzi punk compressi e ‘piallati’ in fase di produzione stile Offspring (‘Alone’, ‘Subliminale’) a canzoni metal di fattura sorprendente tra le quali scoviamo i picchi dell’opera: la trascinante ‘Lies’, nella quale coraggiosamente accettano la sfida del new metal, e le più tradizionali ‘7th Heaven’ e ‘White Shark’.
Funziona e coinvolge ‘La Isla Bonita’ di Madonna riletta in chiave punk ed arricchita dal contributo canoro del giovane soprano Valentina Sousa, mentre sorvoliamo sulle due ballate acustiche riempitive (credo di parlare a nome di molti: le ballate acustiche non sono obbligatorie nei dischi metal…); 5 canzoni in italiano e 7 in inglese per 48 minuti che trovano un valore aggiunto nella voce del bravo Francesco Rainone (gli altri Marsh Mallows sono Andrea Maestri alla chitarra, Fabio Muratori al basso, Matteo Mastroianni ai tamburi) e consentono alla Ammonia records di puntare a pieno titolo sulle loro sicure potenzialità commerciali.
Autore: Fausto Turi