Se il precedente “You Kill Me” era stato il disco della consacrazione per One Dimensional Man, come dimostrano gli oltre duecento concerti tenuti in Italia e all’estero dopo l’uscita, con “Take Me Away” la formazione veneta rimescola ancora una volta le carte per offrirci un album variegato e ricco di soluzioni sonore.
Nei due anni che dividono queste due prove, molte cose sono successe nell’universo personale ed artistico del trio, dal cambio di etichetta a quello del chitarrista, con Giulio Favero che ha passato la sei corde a Carlo Veneziano, preferendo il ruolo più defilato di produttore. Tali eventi hanno sicuramente inciso nel processo di evoluzione stilistica del gruppo che, smorzando le asperità presenti nei tre dischi precedenti, ha reso evidente la parabola di avvicinamento alla forma canzone.
Non è dunque un caso se in “Take Me Away” gli One Dimensional Man tirano fuori un’inedita vena melodica, finora assolutamente sotto traccia, e la mettono al servizio di brani la cui anima rimane però indissolubilmente rock.
Sin dall’attacco dell’iniziale “Fool World”, passando per il pop obliquo di “Tell Me Marie” e l’indie-rock indolente di “Whatever You Want”, si intuisce perfettamente il cambio di marcia che la band ha impresso al proprio registro sonoro. Camminando lungo il percorso di “Take Me Away” ci si imbatte nell’andamento jazzato e dal mood notturno della splendida “Mad At Me”, nelle trame visionarie di “5 Square Yards”, ma anche nella più robusta “The 4th Floor”; mentre “A Just Boy” riecheggia i Pixies, prima di cedere il passo all’approccio sbilenco della title-track e della conclusiva “Big Deal”.
Non era semplice replicare il successo di “You Kill Me”, ma One Dimensional Man ci sono riusciti nella maniera più intelligente: invece di sedersi sugli allori e replicare all’infinito la stessa formula, hanno scelto la via del rinnovamento. Confermando, con “Take Me Away” di essere ancora tra gli esponenti principali della nostra scena underground.
Autore: Roberto Calabrò