Qualcuno dovrebbe preoccuparsi una volta per tutte, forse potremmo farlo anche noi della redazione di F.O. che già diverse volte nelle pagine del sito ci siamo occupati delle lavorazioni digitali di Lino Monaco e Nicola Buono, di dare una informazione, una volta tanto, di carattere scientifico; mi spiego: dovremmo segnalare, agli scienziati e ricercatori che vigilano sulle sorgenti rumorose provenienti dalle viscere del Vesuvio, di tenere in considerazione la possibilità che quei dati, così pregiudizialmente considerati come testimonianza dell’attività sismica del vulcano, talvolta potrebbero rivelarsi di natura ben diversa e riconducibili alle vivacità creativa dei due manipolatori pompeiani, anch’essi impegnati in attività di ricerca nel bacino dello stesso cratere. Le coincidenze che porterebbero ad una errata lettura dei dati con successive ripercussioni sulle previsioni di possibili eruzioni ci sono tutte: già con le precedenti uscite dal 2001 ad oggi, le potenti pulsioni ritmiche sprigionate dalle macchine modulate per una estetica techno potrebbero aver portato a degli errori nelle misurazioni e nei calcoli satistici.
Mentre con l’ultima uscita per la neonata Mousike Lab (una particolarità circoscritta alle produzioni elettroniche italiane questo proliferare di etichette) il discorso narrativo va prendendo spessore e si dilata nello spazio, articolandosi sulle trame compositive ad oggi particolarmente ricercate rispetto alle precedenti uscite, arricchito anche delle esperienze e delle collaborazioni intrattenute dai due con interpreti di arti visive e cinematografiche, come successo ultimamente per la presentazione in anteprima del disco al Teatro Galleria Toledo di Napoli; l’esecuzione del live-set veniva accompagnata dalle proiezioni su grande schermo dagli ologrammi e dai frattali realizzati – just in time – dal videomaker MastroFabbro, mentre invece “Risvegli”, presente anche su questo disco, accompagnava la visione del film” “Un Chien Andalou” (Francia,1928) di Luis Bunuel e Salvador Dalì. Le nuove sonorita dei Retina.it assorbono energia sotterranea, riprodotta dalla serialità dei beats e ne tramandano le suggestioni attraverso un impasto sonoro tra glitches elettronici e click’n’cuts regolati su melodie facilmente riconoscibili; come per “Camamilla” e “Om Nama Rtnt” tra le migliori scritture per musica elettronica ultimamente arrangiate, con oscure suggestioni cinematiche ed il trasporto emotivo provocato da una sequenza digitale evocativa e struggente come nemmeno i buoni Autechre hanno mai saputo realizzare.
Qualcuno potrebbe accusarci di campanilismo per gli slanci adottati nel tessere le lodi di quest’album, ma nell’asfittico panorama delle produzioni musicali italiane, un disco dalle basi tanto solide e ponderate difficilmente si segnala, non fosse altro che per quei quattro anni intercorsi dall’esordio fino a questa uscita.
Autore: g.ancora