Eh già, che fine avevano fatto Umberto Palazzo e i suoi Santo Niente?! 5 anni di oblìo sono tanti in un’epoca in cui la curva del tempo gira vorticosamente. E intanto, a parte il mainman pescarese, il personale è completamente cambiato, al punto che si potrebbe parlare di un’altra band e, coerentemente, anche di un altro nome. Anche il baricentro geografico della band è cambiato. Allora – metà anni 90 – c’era Bologna, e c’era soprattutto il Consorzio, piovra discografico-musicale di quando Ferretti e Zamboni (ancora insieme) sembravano poter rivoluzionare le metodologie di produzione e diffusione della musica (e la scoperta di talenti altrimenti inosservati). E’ strano come all’eclissi di questo abbiano fatto eco quelle di altri gruppi a tale creatura affiliati.
Tra cui, appunto, il Santo Niente. Chiuso con Bologna e col resto della band, Palazzo si è ritrovato a smanettare un po’ con gli “attrezzi” del dj, prima di tornare, anno 2002, nel natìo capoluogo abruzzese, e trovare un manipolo di giovani e motivati musicisti. Eccolo qui, il nuovo equipaggio dei Santo Niente. Nel modo più opportuno, in fondo, perchè se proprio si deve ripartire dal “via”, tanto meglio farlo con chi non può patire frustrazioni da “passo indietro”. E difatti ‘Occhiali Scuri al Mattino’, la title-track, ha, oltre alla lusinga della melodia e al pugno del “caldo” chitarrone stoner-oriented, anche la freschezza del qui-e-adesso e il “gancio” dell’orecchaibilità.
Ma il singolo, si sa, è un episodio condizionato dal fardello delle finalità “commerciali”. E’ allora con ‘Il Posto delle Cose da Non Trovare’, che i Santo Niente (o si dice al singolare?) iniziano a scoprire le carte che hanno in mano: melodia e romanticismo a piene mani, in questo brano, laddove ‘Fuck You’ si mette, alla buona, sotto braccio al punk melodico. ‘Mirrorshades’ invece, a dispetto del titolo, è una gustosissima versione slow-surf strumentale della title-track (adesso sì è il caso di tirare gli occhiali scuri fuori dal taschino…).
Una buona “mano” (parliamo di carte, no?) che potrebbe migliorare senza la registrazione dal vivo di ‘Pornostar’, con cui il pedaggio a quel grunge mediante il quale i Santo Niente si erano svezzati ai tempi di Mr. Cobain si fa più pesante per lo scorrere del tempo. Ma c’è il comeback-album in arrivo, e lì Palazzo e soci avranno modo di cambiare tutte le carte che vorranno…
Autore: Roberto Villani