Li avevo conosciuti come Tixotropia e li ritrovo, a qualche anno di distanza, con un altro monicker e un album alle spalle. Li ricordavo piuttosto influenzati dalla Nwobhm e ora scopro che hanno intrapreso una via decisamente symphonic e progressive.
Quanti cambiamenti nella vita musicale del sestetto. Frutto -certo- di una crescita tecnica dei singoli elementi ma anche -sotto il profilo compositivo- di una ispirazione a qualcosa di meno scontato. Da un’evoluzione naturale delle cose arriva questo secondo lavoro che unisce aggressività e melodia in un concentrato di suggestioni dal sapore decisamente epico. Non a caso la versione giapponese del disco contiene una cover della manowariana “The crown and the ring” a suggello di un’espressione intensa e comunque personale.
Per allontanare sospetti di ruffianeria -chi mi conosce scoprirebbe nei crediti vecchi amici di un tempo- dico subito che le lodi vanno centellinate a dovere. Di spunti ad un buon livello in “Wayfaring” ce ne sono, ma da qui a farmi saltare dalla sedia ne corre. Sarà una questione di genere: le produzioni power metal ormai si assomigliano tutte. Potenza e pulizia del suono rappresentano una costante, volendo anche trascurabile. A decretare invece il successo è una variabile che a volte sta nella scrittura testi-musiche, altre dietro i cursori e altre ancora in sede strumentale. L’optimum sarebbe aggregare i campi della variabile utilizzando una chiave comune. Qui viene fatto a tratti e l’album se ne giova -dunque- solo in piccola parte. Le canzoni sono tutte discrete, ben suonate, ben cantate (specie “Neverending Flame”) ma il sussulto avviene unicamente con l’accoppiata “The Secret” e “Gates Of Winter” che si mostra lungo dieci minuti di ritmiche intriganti e un incastro chitarra-tastiere davvero da fuochi d’artificio. Piacciono anche “Recall” che si apre in una interpretazione molto intimistica e la conclusiva acustica “Valiant Day” che mi sembra getti uno sguardo verso l’orizzonte auspicato per un ulteriore passo avanti necessario in vista di un terzo lavoro. Carmine, Gian Paolo, Marco, Mario, Ciro e Alessandro sono giovani e vanno incoraggiati a proseguire.
Autore: Antonio Mercurio