I Memoryhouse sono un duo dreampop canadese lui/lei al primo disco vero, con The Slideshow Effect, dopo un Ep intitolato The Years (2011) e due singoli, e nelle 10 canzoni qui contenute mettono in scena un delicato ma ben arrangiato elogio della nostalgia, guidato dalla chitarra e dalle tastiere di Evan Abeele e dalla limpida voce di Denise Nouvon, fotografa amante delle pellicole sgranate e dei colori sfocati e saturi, di cui è ricco il booklet del disco, il sito internet della band, e di cui vediamo un pregevole esempio nella copertina di The Slideshow Effect, disco dal titolo che del resto già descrive piuttosto bene la musica.
‘The Kids were Wrong‘, singolo con tanto di autunnale videoclip, sa di northern soul, shoegaze, e Cocteau Twins, mentre altrove – ‘Walk with Me‘, ‘Little Expressionless Animals‘, ‘Pale Blue‘ – s’avvertono influenze Portishead e Lamb, e ‘All our Wonder‘ cita i primissimi Cardigans, quelli più soul; una delle vette del disco è ‘Heirloom‘, in cui l’elemento nostalgia – mai, per la verità, utilizzato grossolanamente, e mai deprimente – si sviluppa attraverso un linguaggio romantico ed evocativo, dall’arioso ritornello che fa pensare agli indimenticati Smiths.
Il secondo singolo estratto dal disco, intitolato ‘Bonfire‘, è più intimista, ed ancor di più lo sono ‘Kinds of Light’ ed ‘Old Haunts‘ – quest’ultima con una coda piuttosto spoglie, delicatissime e contemplative, nelle quali si comprende bene come la voce di Denise Nouvon giochi un ruolo decisivo nell’espressività dei Memoryhouse, cui basta poco altro – un pianoforte, una drum machine ed un synth – per creare cose molto suggestive.
Autore: Fausto Turi