Rimasti sempre un fenomeno sotterraneo, di culto, i Santo Niente di Umberto Palazzo – fondati nel 1994, e il cui ultimo disco risale al 2005 – sono stati un gruppo indie rock italiano dallo stile anni 90, portatore di una narrazione acida, realistica ed asciutta anche nelle storie metropolitane narrate oltre che nella forma ruvida – qui ci sono Ilenia Volpe a reinterpretare la spietata ‘Fiction’ ed i Devotchka il crudo spoken intitolato ‘Maelstrom‘ – non priva però di risvolti cantautorali e poetici, come ‘Luna Viola’, ad opera qui di Giorgio Canali & Rossofuoco.
Questo disco intitolato Generazioni celebra la band attraverso vari artisti italiani che ne reinterpretano il repertorio con, in molti casi, anche spunti originali, e tuttavia senza aggiungere granchè di significativo, né rendendo più accattivanti brani che già nelle versioni originali hanno sempre pagato una netta mancanza di immediatezza ed arrangiamento.
Chi non ha mai apprezzato Santo Niente improbabile che cominci a farlo ora, dunque, mentre per i fans della band omaggiata – o anche dei musicisti coinvolti – sarà sicuramente interessante ascoltare le interpretazioni di Simona Gretchen & la Mela e Newton della cupa ‘Junkie‘, di Katrina Saviors nella new wave ‘L’Attesa’, di Tying Tiffany che con tanto sintetizzatore dà una fisionomia industrial ad ‘È Aria’, e di Luminal alle prese con ‘Prima della Caduta’ in versione lo-fi sgradevole ma in qualche modo più capace di cogliere la provocatorietà di Santo Niente, esattamente come il lo-fi sperimentale di Marco Campitelli in ‘Quando?’ e quello di Nevica su Quattropuntozero; e poi dei metallari pescaresi Zippo che presentano ‘Cuore di Puttana’ in una viscerale versione un po’ Alice in Chains un po’ Deftones, delle ragazze indie rock Lilies on Mars che rendono pinkfloydiana ‘Il Posto delle Cose’, o di C.F.F. e il Nomade Venerabile che esprimono il proprio lirismo espressivo spesso un po’ stucchevole in ‘Santuario‘.
Autore: Fausto Turi