I Black Dice – niente paura – non sono più quelli dei primi tempi; nessuna violenza sonora, nessun eccidio noise-concettuale: Mr. Impossible è un album di sperimentazione ‘vintage’, sotto un certo punto di vista.
Qui si ritrova l’estetica frattale dei Clock Dva, gli stessi break down comunicativi (per dirla un po’ alla Led Zeppelin) ma senza nessuna reale volontà di ferire: forse fa più male un disco degli Autechre.
Quello che fortunatamente manca a questa musica (e forse per questo ci potrebbe anche piacere) è il volto cibernetico: per usare una metafora, è come un film sci-fi degli anni ’60, fantascienza imperniata sull’umanità piuttosto che sulla tecnologia. Ma entriamo nel merito per capire la sostanza di queste tracce.
Pinball Wizard indica come usare un vocoder nell’anno domini 2012, rivendicando il suo ruolo e sottraendolo dal potere nero di suoni e produttori alla Timbaland, Neptunes e compagnia bella.
Rodriguez vive dello stesso spirito dei primi Butthole Surfers, però senza rock: voci distorte, menti distorte, provocazione e ludismo.
The Jacker: l’idea del riff sintetico ed i vocalismi quartomondisti in lontananza sarebbero sufficienti a creare un ibrido impossibile tra industrial ed ambient, ma l’aggiunta di synth gommosi indecisi tra settanta ed ottanta mandano tutto all’aria e ci si avvicina pericolosamente alla trash music, se esiste.
Pigs: ancora riff liofilizzati ed un’idea di cosa sarebbero stati i Throbbing Gristle se non fossero nati cattivi. Il punk, anche se ben travestito è sempre punk e fatica non poco a nascondere la sua natura rissosa.
Spy Vs Spy: la tristezza del silicio? la solitudine del calcolatore? Anche i chip hanno un’anima? Soundtrack ideale per primi racconti cyberpunk periodo Gibson/Sterling, magari a fumetti per rendere omaggio al titolo. Ma è tutto l’album ad avere qualcosa di fumettistico, a delineare un universo che potrebbe essere trascritto con vignette.
Outer Body Drifter: questa batteria è vera, non può essere campionata. Del resto i Black Dice, si sa, è una band che piace ai rockettari ed anche per i Residents era così!
Carnitas: come mettere in piedi il teatrino delle avanguardie rock del ‘900 su uno stupido tempo di valzer.
Brunswick Sludge: questo allegro ‘lamento per macchine e voci’ ha qualcosa di sensuale, una valenza erotica e si ritrovano pure i suoni della MAME console, must per 80’s addicted.
Elettronica per nerds nostalgici, per trippers astrali, per ricercatori della musica colta e per gli amanti del kitsch a prescindere questo Mr.Impossible: un disco che fà simpatia ma assolutamente incollocabile.
Autore: A.Giulio Magliulo