Nel 2002 la Domino pubblicava Moving Up Country, il debutto di James Yorkston, talentuoso cantautore scozzese che, mossi i primi passi come bassista per gli Huckleberry, una band di garage rock, aveva poi sterzato sul versante di un folk intimista e crepuscolare.
Uno dei primi demo di Yorkston finì successivamente tra le mani del mitico DJ radiofonico John Peel che pensò bene di promuoverlo e sostenerlo, arrivando anche a definirlo come il miglior cantautore della sua generazione.
Moving Up Country, registrato, con una gruppo di amici, in un umido cottage nelle campagne scozzesi, mescolava lo spirito e l’anima del folk pop anni ’70 di Nick Drake e Tim Buckley e divenne immediatamente un oggetto di culto per la stampa e per un bella fetta di appassionati, oltre ad influenzare, di lì in poi, un numero incalcolabile di musicisti folk.
La stessa Domino, proponendo nel decennale un’edizione deluxe con versioni demo, quattro pezzi tratti da una Peel Session del 2003 e alcuni inediti, rende oggi un tributo a Yorkston, che nel frattempo ha pubblicato altri cinque bellissimi lavori.
Moving Up Country racchiude un’anima antica che riveste con un suono nuovo, lungo una sottile linea che va dal folk al blues fino al pop più raffinato in un melting pot di generi gioiosamente confuso.
Chitarre acustiche, harmonium, pianoforte, violino e percussioni accompagnano una voce dolce voce e lamentosa. In Your Hands è l’esempio più potente di tutto questo. Una fisarmonica, una chitarra blues e un’armonica fanno da sottofondo alla voce imperfetta quanto affascinante di Yorkston, che accarezza leggera, senza apparire né sentimentale né banale, il racconto di una giornata dedicata al proprio amore.
St. Patrick si sviluppa come una sensazionale ninna nanna celtica. Tender To The Blues potrebbe essere stata scritta da Beck. Moving Up Country, tanto per dire, è la canzone che catturò l’attenzione di John Peel e convinse John Martyn a prendere Yorkston come opener per il suo tour del 2001. Più movimentate sono invece Cheating The Game e I Spy Dogs, la prima incentrata sul suono del banjo, la seconda su di un giro di piano che vira verso il soul.
Un album pastorale che, con accordi dolci e malinconici, delicati come l’aria, trasmette la sensazione di vagabondaggi in campagna, del rumore dei campi e delle acque, di giorni d’estate trascorsi sdraiati sui prati. L’antidoto perfetto alla frenesia dell’oggi.
Autore: Alfredo Amodeo