Non sono molti i musicisti che riescono a commuovermi e a turbarmi, ma Jason Pierce è uno degli idoli della mia generazione, uno con il quale sono cresciuto e diventato adulto. Per chi fosse troppo giovane, gli Spiritualized nacquero nel 1990 a seguito dello scioglimento di un altro gruppo leggendario gli Spacemen 3 e grazie al genio di Jason Pierce.
Gli Spiritualized si affermarono ben presto come uno dei gruppi più influenti degli anni ’90 anche grazie al bellissimo Ladies And Gentlemen, We’re Floating In Space del 1997. Jason Pierce è inoltre una persona verso cui non si può non provare affetto e ammirazione per gli eventi drammatici che ne hanno segnato la vita, portandolo per ben due volte ad un passo dalla morte. La prima nel 2005 per via di una gravissima polmonite che l’ha costretto ad una lunghissima degenza durante la quale ha preso vita Songs in A&E.
La seconda volta, la scorsa estate, appena dopo aver terminato di registrare Sweet Heart Sweet Light, per una malattia epatica. Si dice che certe esperienze cambino la prospettiva con la quale si guarda alla vita e, di sicuro, bastano pochi attimi di ascolto di Sweet Heart Sweet Light per restare scossi dalla sua carica emotiva.
Un album profondo e sinfonico animato al tempo stesso dall’amore per la vita quanto dalla consapevolezza della sua caducità. Lo si percepisce nettamente ascoltando l’energia e la spigliatezza prettamente indie di Hey Jane. Otto minuti che partono con trainati da una chitarra acustica e da un organo e che, ad un certo punto, esplodono in un riff distorto e rumoroso per evolvere infine in un finale soave e sognante.
Dopo questa prima traccia solo Headin’ For The Top Now regala una sferzata di adrenalina grazie a schitarrate acide e ipnotiche mentre il resto dell’album si sviluppa con lunghe ballate crepuscolari e nostalgiche che riflettono sull’umanità e il senso della morte.
Brani che mettono in mostra una bellezza cosmica, capaci di incrociare gospel e melodie trasognate, aprendosi alle volte con originali esplosioni orchestrali. Se la scommessa alla base di Sweet Heart Sweet Light era di dare vita ad uno spazio dove fosse solo la musica a parlare, l’obiettivo è perfettamente conseguito.
Little Girl, Too Late, I Am What I Am, scritta insieme a Mac Rebennack, alias Dr John, Life Is A Problem e So Long You Pretty Things, in cui duetta con la figlia undicenne Poppy, sono piccoli gioielli in cui liricità ed introspezione.
Come ha affermato Pierce in un intervista: < <Fare un album, deve essere la cosa più importante nel nostro mondo. Volevo fare qualcosa che comprendesse tutto ciò che amo nel rock’n’roll da Chuck Berry, ai Beach Boys passando per Peter Brötzmann. Sono ossessionato dalla musica e non credo esistano regole perfar convivere le influenze più diverse>>.
Jason Pierce resta un talento unico ed eccezionale e Sweet Heart Sweet Light è di una bellezza a cui è difficile restare indifferenti. Un album sublime ed evocativo con la sua musica dilatata, leggera e senza tempo. Una medicina per l’anima.
Autore: Alfredo Amodeo