Diciassettesimo disco del compositore e polistrumentista francese Yann Tiersen, se includiamo le colonne sonore – solo quelle interamente a suo nome, però… – l’Ep del 2010, il disco con Shannon Wright del 2004 e i 2 dal vivo, e subito notiamo ricerca di sintesi, disponibilità a comunicare, quantità di suono e ritmi rock maggiori del solito, che dunque corrispondono ad un minor ricorso agli strumenti acustici tradizionali di Tiersen – fisarmonica, violino e pianoforte – a vantaggio dell’elettricità, della psichedelia (‘Vanishing Point’), con tenui innesti post rock addirittura in alcuni casi prossimi all’emocore – ‘Another Shore’ potrebbe stare comodamente nel repertorio dei Giardini di Mirò… – malgrado vi sia spazio non tanto per il minimalismo (‘The Trial’ e ‘Hesitation Wound’, ad ogni modo tra le cose migliori di Skyline) della prima fase della produzione artistica del musicista di Brest e per i consueti elementi di composizione classica, quanto per quelli cinematografici (‘Forgive Me’, ‘Monuments’), con circa 3 brani cantati – sempre in lingua inglese – su 9.
Skyline dunque si pone come disco di ricerca e al passo coi tempi, con un occhio al mercato americano, che probabilmente non accontenterà chi ha iniziato a seguire Tiersen attraverso le sue accattivanti marcette folk francesi alla fisarmonica dalle tinte pastello – strumento qui apparentemente assente – ma che in qualche modo ne arricchisce il repertorio per i concerti, con brani anche rock.
Autore: Fausto Turi