Mettete insieme una diciottenne londinese incredibilmente bella, un chitarrista californiano trentenne, dodici canzoni cariche di tutti i lividi dell’adolescenza, un legame, secondo pettegolezzi assai pruriginosi non esclusivamente professionale, e alla fine avrete i Big Deal, un duo indie che sta muovendo i primi passi per le strade di Londra.
In effetti le storie su come il rapporto tra Alice Costelloe e Kacey Underwood si sia nato vanno dal sublime al ridicolo e i due giocano ambiguamente sulla cosa. Basta ascoltare la giovane londinese cantare sulle note di Talk: < <It’s OK/ I’m just a kid/I’ll get over it/All I want to do is talk/seeing you fucks me up>>.
Ad ogni modo qualunque sia il legame, per noi la cosa importante resta la musica e da questo punto di vista dobbiamo riconoscere che il loro esordio ci ha intrigato non poco. Lights Out infatti suona, in pura stile lo–fi, come un demo registrato in casa. A questo aggiungete la decisione di basarsi unicamente su di un intreccio di voce e chitarre ed otterrete una forma molto intima di shoegazing che non procede costruendo muri di suono, ma attraverso melodie introspettive quanto eleganti.
Certamente non è un approccio in grado di colpire al primo ascolto e alcuni dei numeri più veloci come Distant Neighbourhood e With The World At My Feet avrebbero potuto certamente guadagnare in brillantezza dal supporto di una band completa. Tuttavia non ci vuole molto per lasciarsi stregare dalla luminosità nella voce della ragazza le cui qualità sono esaltate proprio dalla costruzione minimalista delle canzoni.
L’album esplora poi il microcosmo dell’adolescenza (l’innocenza, la vulnerabilità, la meraviglia, il desiderio) e lo fa attraverso una tensione ed un respiro universale che lo sottraggono alla banalità quanto alla ripetitività. In fin dei conti Lights Out è perfettamente calibrato nella creazione di stile originale e i Big Deal promettono d’avere molto da offrire in futuro se riusciranno pienamente ad espandere la loro musica.
Per essere un album di debutto, Lights Out rappresenta comunque un grande bel passo.
Autore: Alfredo Amodeo