Scott McCloud dopo aver sciolto i Girls Against Boys, di cui era cantante e chitarrista, e dopo un periodo di stand-by si è rimesso in carreggiata dando vita a questo nuovo progetto pubblicando il secondo capitolo dal titolo “Heaven’s alright”.
C’è da dire subito che la voce, scivolosa e carismatica distinguibile tra mille, di Scott soffre della mancanza del sound di uno dei gruppi più importanti dell’indie-noise dei ’90. Tuttavia, con questo nuovo progetto, dimostra di sapersi rilanciare alla grande.
Notevoli sono le differenze con i Girls Against Boys, grazie soprattutto ad un minor uso di feedback, di noises e con maggiori aperture all’elettroacustico, e con innesti di strumenti ad arco. Le dieci tracce di “Heaven’s alright” si connotano per un rock a tutto tondo, con richiami inevitabili al noise degli anni ’90 (“Take care of me”, “Destre is not enough”) all’esistenzialismo tanto caro ai Cure (“Stay alive”), passando per electro-rock (“The greatest”) e ballate morbide ed aggraziate (“The girls of Prague”).
In questo progetto McCloud ha coinvolto anche l’ex batterista dei Girls against Boys, Alexis Flesing (anche negli itali-americani Bellini) e diversi ospiti tra i quali Julia Kent (Antony and the Johnson’s).
“Heaven’s alright” è un disco per chi negli anni ’90 si è rovinato le orecchie con il noise e che ora ha bisogno di ascoltare qualcosa di dissonante e malinconico al tempo stesso.
Autore: Vittorio Lannutti