Ignote Melodie è il titolo del disco d’esordio della cantautrice milanese Maria Lapi, i cui punti di forza principali sono la qualità della voce, una freschezza provvidenziale e la scrittura musicale, che più che dignitosamente fa riferimento al pop classico italiano anni 60, come al soul di Carole King e qua e là al jazz easy listening.
Disco la cui sostanziale leggerezza rappresenta a seconda dei punti di vista – ma anche obiettivamente dei vari episodi – il punto di forza o di debolezza di un lavoro che sa di Joe Barbieri, Toni Melillo e Mario Venuti, e a cui in ogni caso guardiamo con grande considerazione; ‘Lezioni di Retorica’ è un singolo pop pregiato, mentre ‘La Chiave Giusta’ e ‘Gravità’ pare ricalchino l’eccentrica e mai banale scrittura di Cristina Donà; la leggerezza dicevamo: quella che emerge e caratterizza il disco, con arrangiamenti elettroacustci snelli e piuttosto tradizionali – tutta qui ad esempio la differenza rispetto a Patrizia Laquidara, che s’annulla però in ‘Ignote Melodie’ – ed anche i riferimenti al jazz sono racchiusi in specifici passaggi, se non addirittura frammenti, mentre il soul bianco emerge più chiaramente ad esempio in ‘L’Immaginario’, in cui Lapi nello stile vocale ci ricorda la grande Elisabetta Antonini, o Chiara Civello.
‘Il Tempo’ s’avvale di un arioso e piacevole ritornello, e sono pochi gli episodi deboli del lavoro – ‘L’Inatteso’, al limite ‘Pochi Istanti’… – che magari avrebbe trovato linfa ulteriore da qualche collaborazione vocale.
Maria Lapi “Luna Nascente” by Effettonote Studio
Pochi Istanti (Maria Lapi) by Andrea “HotRats” Rizzardo
Autore: Fausto Turi