I BBR hanno già ampiamente dimostrato – se mai ce ne fosse stato bisogno dopo i dEUS, gli Zita Swoon e gli elettronici Soulwax – che anche in Belgio sanno suonare il rock, nella fattispecie orientato al garage blues. E questo duo di Bruxelles, composto da Dries Van Dijck (batteria) e Jan Paternoster (chitarra, voce), con alle spalle due dischi e tre EP, è tra i nomi più affidabili del momento in ambito garage r’n’r, grazie soprattutto al successo planetario di Set your Head on Fire (2007) – quello con in copertina il tipo ficcato testa in giù nel bidone dei rifiuti… – cui seguì Silver Threats (2009) e ora questo My Perception, contenente 11 brani assolutamente entusiasmanti, che ancora una volta riescono a cogliere una radice rock blues pesantemente rollingstoniana, e a fonderla con un approccio punk dal suono moderno, riportando tutto a casa, come si dice in questi casi.
L’essenzialità di questi rock’n’roll, i videoclip incalzanti e cazzuti e i molti anthem davvero clamorosi (‘Skin’: marziale e narcotica rasoiata à la Jesus & Mary Chain) da almanacco del genere, fanno dei BBR uno dei gruppi più sensati usciti dall’ondata di qualche anno fa delle band di due elementi – White Stripes, Black Keys… – e se ‘Mad House’ è puro Iggy & the Stooges, ‘Sealed with Thorns’, dura 7’18” e pesca a piene mani da Neil Young & Crazy Horse ed è tenebrosa e deragliante, ‘Rattle my Heart’ e ‘My Perception’ sembrano invece uscite da Exile on Main Street dei Rolling Stones annata 1973.
‘Shadowman’ e ‘2 Young Boys’ sono a cavallo tra il provocatorio garage detroitiano dei Doggs o dei Gories e il compatto r’n’r scandinavo degli Hives, mentre ‘White Unicorn’, ‘New Sun’, ‘Bitter’ e ‘Lonely Hearts’ sono canzoni rallentate e profonde, piuttosto originali nella struttura – tranne la seconda che è un delta blues acustico con suono dobro e voce sovraesposta – e danno al lavoro un tocco di verità, evitando che il lavoro diventi una semplice successione di hit.
Sicuramente un po’ su di giri e fuori di testa, questo duo ora punta a conquistare gli Stati Uniti – il disco è stato prodotto da Alain Johannes e inciso a Los Angeles, a differenza dei primi due realizzati in Europa con Mario Goossens – e mantiene in vita e in buona salute l’onda lunga del rock’n’roll, ripartita qualche anno fa.
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Autore: Fausto Turi