Philippe Pellaud, alias Kid Cholat, musicista e produttore svizzero con “Kaleidoscope” pubblica il terzo album marchiato fortemente con il northern soul e con il pop psichedelico degli anni ’60.
Tanto il funk che pulsa nei dodici brani in scaletta, ideali per dance floor estivi e all’aperto. Pellaud non canta, così ha affidato le parti vocali a diversi artisti come Tahiti 80, Land of Bingo, Love Motel, Puma Mimi, Luz ed altri.
I brani sono spesso intarsiati da un’elettronica che si amalgama molto bene con gli strumenti suonati. “The chains” ne è un esempio, l’elettronica, infatti, insieme al basso, fa da sostrato alla voce lasciva di Love Motel. In altri casi, invece, come “Unbelievable” c’è solo l’elettronica pulsante e tendente alla techno.
Frizzante ed esaltata risulta “I’m standing”, mentre con “Generation admin” l’artista svizzero ci immerge nei favolosi anni ’60, quelli, per intenderci del soul pop più ammaliante.
Intriga non poco “Survivors” con la sua psichedelia tribale implosivi vicina a quella dei primi Massive Attack. Se le discoteche mettessero sempre questa musica le frequenterei tutti i sabato.
Autore: Vittorio Lannutti