Cinque anni. Tanto è servito a una della più leggendarie formazioni del nostro underground per pubblicare un nuovo disco. Del resto, come afferma apertamente il titolo, i Sick Rose del 2011 non hanno più bisogno di correre.
Le tappe le hanno già bruciate negli anni Ottanta quando erano una delle garage-band più importanti del pianeta. Se non per l’identica passione e l’immutata attitudine rock’n’roll, di “quei” Sick Rose oggi non c’è più traccia. Se avete amato la devastante garage band “texana” di “Faces” o il vibrante combo rock’n’roll alla Flamin’ Groovies/Real Kids sui solchi di “Shaking Street”, adesso dovete aggiornare il vostro vocabolario. E passare alla voce power-pop. Quella fantastica miscela musicale in grado di mettere assieme melodie adolescenziali e riff a presa immediata.
Canzoni che ti restano in testa al primo ascolto, come hanno insegnato a più di una generazione band indimenticabili quali Nerves, Beat, Plimsouls, Knack, DM3. Già con “Blastin’ Out” del 2006, la formazione torinese aveva messo a segno una prova esemplare che virava decisamente verso questi lidi. Ma è con “No Need For Speed” che i Sick Rose firmano un capolavoro del genere.
“11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”, si legge in copertina. Ed è proprio questo l’effetto immediato che procura l’ascolto del disco: senza neanche accorgersene ci si ritrova a battere il tempo, a canticchiare i ritornelli, a provare una sensazione di leggerezza e felicità. Prima di premere “play” o rimettere la puntina sul piatto una volta ancora.
A questo risultato ha contribuito, col suo tocco magico, una leggenda del power-pop e del garage australiano come Dom Mariani che ha dato all’album un sound ricco e cristallino, mentre i Sick Rose hanno esaltato il loro songwriting e affinato la loro formula musicale per regalarci undici perle divise tra originali di grande spessore, due belle cover (“Magic Teacher” dei Dixies, “Drop By And Stay” di Billy Squier) e due brani presi in prestito da Dom (“Take It All Back” e “Before You Go”).
Lo spettro sonoro del power-pop viene esplorato per intero da Luca Re (voce), Valter Bruno (basso), George Abà (batteria), Diego Mese e Giorgio Cappellaro (chitarre).
Brani grintosi come “Action Reaction” e “All Wrong” cedono il passo a ballate nostalgiche (“Pathetic Girl”, la conclusiva “After All It Was You”), episodi che si aprono come un arcobaleno (“The Life”) si alternano a potenziali hit come “Putting Me Down” e quella “Before You Go” già divenuta un piccolo culto underground grazie anche a un video azzeccatissimo.
La cifra del nuovo album dei Sick Rose sta tutta qui: in un disco di belle canzoni cesellate alla perfezione tra chitarre pulitissime, cori impeccabili, una solida sezione ritmica e la voce di Luca Re che sembra non aver mai cantato meglio.
Aggiungete il tocco di stile conclusivo, il foglio interno a mo’ di fanzine dall’ironico titolo di “Melody Faker”, e avrete per le mani uno dei dischi più belli dell’anno.
Autore: Roberto Calabrò