Difficile non ricordarsi un nome e cognome così particolari come Meshell Ndegeocello (a parti invertite, magari, anche un LucaMauro Assante potrebbe risultare assai esotico). Sia quel che sia, il mio primo contatto con l’artista statunitense, risale ad un suo fantastico giro di basso per una sfiziosissima cover di “Wild Night” di Van Morrison, in compagnia di John Mellencamp di metà anni 90. Da lì in poi ho sempre seguito con un certo interesse la carriera di questa poliedrica musicista/songwriter. Nelle sue ultime produzioni la Ndegeocello si è concentrata sulla composizione di canzoni alquanto intimistiche. Non fa eccezione, “Weather”, nuova fatica discografica della nostra, appena pubblicata per la Naive.
Negli undici brani autografi, più due cover (“Chelsea Hotel” di Leonard Cohen e “Don’t Take My Kindness for Weakness” dei Soul Children) si respira un mood introspettivo, dove la voce sussurrata di Meshell racconta delle incertezze dell’amore (ella è una bisessuale dichiarata), così come dei mali che affliggono gli States ed il mondo occidentale in genere(“Oysters”, “Dirty World”). L’attenta e minimale produzione di Joe Henry mette in luce un afflato che poggia su solide basi jazz e pop-folk, atte a costruire un disco perfettamente adatto a contemplare le maliconie autunnali ed dell’inverno alle porte. I patiti della tintarella faranno bene a puntare su altri lidi…
Autore: Luca M. Assante