Interamente costruito su atmosfere scure, trattenute e ripetitive, dai suoni elettrici crudi e diretti su uno sfondo però di silenzio e inquietudine in grado di creare intriganti contrasti nei momenti di maggior quiete, questo disco dei siciliani Gentless3 è composto da 7 ballate cantate in inglese di sicuro effetto, senz’altro fuori moda ma ricco di spunti artistici e passione.
Carlo Natoli (voce, chitarra baritono, già in un esercito di valide band siciliane che abbiamo seguito in passato: Skrunch, Tellaro, The Assassins, bodyHammer, AlbanoPower, Jerica’s, Tapso II) e poi Sergio Occhipinti (chitarra), Sebastiano Cataudo (batteria) e Floriana Grasso (piano elettrico) cuciono elementi alt-folk americani su uno strato post rock essenziale, cantautorale e sintetico, sovvertendo in chiave esistenziale e romantica un’idea di musica che nasce negli anni 90 come astratta e matematica, con risultati in alcuni momenti davvero toccanti, e dobbiamo sottolineare che una delle chiavi di riuscita del disco, in questo senso, sta nel ricorso al pianoforte elettrico, da incoraggiare.
Non convince completamente invece la pronuncia inglese di Natoli, né il suo stile vocale ingessato e ipnotico.
Unwound, Uzeda, Black Heart Procession, Songs for Ulan, Morose sono alcune band che ci tornano in mente ascoltando questo disco che dunque alimenta con qualità la via italiana al post rock, nonché quella rispettata e autorevole scuola siciliana che negli ultimi 15 anni tante cose valide ci ha regalato, dimostrandosi sempre vitale.
Autore: Fausto Turi