Il cuore pulsante degli Spectrals, al secolo Luis Jones, da il via a Bad Penny con un big-bang di echi e reverberi che potrebbe far storcere il naso ai più. Bisogna però tentare di oscurare mentalmente ogni forma di riferimenti a mostri sacri del passato (The Smiths inanzitutto) e del presente (Alex Turner ed allegra compagnia al seguito), per riuscire a sviscerare, prima, e digerire questo lavoro.
Impossibile prevedere se quest’opera prima che racchiude sonorità garage e low fi, amori adolescenziali con annessa tristezza ed immancabile speranza, morbido pop-rock e vocalità sicuramente non eccelse, riuscirà a superare la prova del tempo, nonostante le quotazioni non sembrino propriamente alte.
Difetto dovuto ad una non eccezionale varietà di arrangiamenti, un’originalità piuttosto limitata in numerose occasioni e, appunto, una linea vocale che in buona parte dei casi sembra messa lì per caso, senza avere la capacità trainante che potrebbe rendere almeno un piccolo merito a questo album.
Le buone intenzioni di Get a Grip non riescono a prendere in mano l’intero gioco, lasciando spesso interdetti di fronte agli immensi crateri di Many Happy Returns e la rhytm guitar strokesiana di Confetti non bilancia affatto l’immensa noia profusa da If I think about the magic will it go away?.
E non basta neanche sottolineare il fatto che tutte le parti strumentali, eccetto per la batteria, siano suonate dallo stesso Jones: un prodotto che manca di forza e “cattiveria” musicale, completamente al di fuori dell’universo, ma nella maniera sbagliata.
Spectrals – Big Baby by Spectrals
Spectrals – Big Baby by Spectrals
Autore: A. Alfredo Capuano