Chi l’avrebbe detto che la premiata ditta Erasure, formata dal duo Vince Clarke ed Andy Bell, avrebbe compiuto venticinque anni di carriera. Soprattutto in un ambito, quello squisitamente (synth)pop, dove vengono creati (spesso a tavolino) nuovi fenomeni che scompaiono dalla circolazione assai velocemente.
Merito, in particolare, di quella vecchia volpe di Clarke che di band di successo, se ne intende. Basti pensare ai suoi precedenti trascorsi nei Depeche Mode (sua la loro super –hit “Just Can’t Get Enough” degli esordi) o con gli Yazoo (avete mai ballato in discoteca sulle note di “Don’t Go”?).
L’incondizionato amore per le melodie di facile presa del compositore di Basildon, hanno trovato in Bell, il perfetto contraltare canoro. Una formula basata su architetture sonore ad alto tasso tecnologico, dai chiari rimandi agli anni’80 (periodo nel quale, del resto, Clarke si è formato come musicista), kitsch sotto molti aspetti, ha permesso loro di vendere ben venticinque milioni di dischi.
Per quanto le loro ultime prove discografiche avessero mostrato un po’ la corda, con questo recente “Tomorrow’s World”, i nostri appaiono in buona forma. Complice la mano in sede produttiva di Vincent “Frankmusik” Frank (già all’opera, tra gli altri, con Lady Gaga e Pet Shop Boys), la band inglese pare aver svecchiato leggermente la sua proposta, pur non rinnegando nulla di ciò che li ha portati sin qui. Sempre di “pure pop” si tratta, magari anche di grana grossa.
Malgrado ciò, chi è alla ricerca di facili emozioni, potrà trovarsi in sintonia su questa visione del mondo di domani.
Autore: Luca M. Assante