Echi di Eurythmics e Sigur Ros, fra Lambs e Mogwai, l’elettropop e il post rock si stagliano sin dalle prime note di questo primo lavoro inedito del duo composto da Maria Lindén e Fredrik Balck, svedesi di Stoccolma, che dichiarano quindi sin dal primo magnetico pezzo Winter Beats (che insieme a Empty Bottles vale da solo l’intero album) la loro vicinanza non solo geografica ai Sigur Ros. Ma rispetto ai cugini islandesi c’è molto più ritmo, e soprattutto sintetizzatori ed elettronica, e meno atmosfera, anche se la magia di certi suoni rimane intatta: e così la scia dei richiami musicali si allarga, man mano che si ascolta l’album, fino a comprendere anche Brian Eno e Abba, purché li si immagini reinterpretati alla luce del post-rock di ultima maniera.
Il viaggio musicale in cui il duo I Break Horses ti conduce comprende un tuffo nella psichedelia pura con Hearts, ritmi hypno-dance come Wired, momenti di relax evasivo ed evocativo come I killed your love Baby o Cancer, o pause più pop come Pulse, il tutto sempre condito da batterie elettroniche, loop continui preregistrati, tastiere piene di effetti ed echi, e raramente chitarre o strumenti più classici.
E’ certamente elettronica, dunque, ma di quella che si candida a rappresentare bene anche certe pulsioni rock (o post-rock, per l’appunto) volte a cercare di allargare la percezione e a creare scenari evocativi attraverso la musica.
Su tutto si staglia la voce magica, quasi fatata, sempre sospirata e mai acuta o gridata, di Maria Linden, vera dominatrice di questi trip musicali in cui si racchiude l’esperienza sonora di questo ascolto, veramente originale e degna di nota. E noi italiani, piuttosto lontani non solo geograficamente da questo nuovo vento del nord, possiamo solo sperare di poterli ascoltare dal vivo nei prossimi festival di musica elettronica, visto che questa, per il tentativo di ricerca che intraprende, non si presta certo al mercato mainstream.
I Break Horses – Hearts (Tom Rowlands RAR Mix) by Bella Union
Autore: Francesco Postiglione