Cambia il nome d’arte – da Q a Filo Q – ma soprattutto, in questo album, è la musica del bravo cantautore di Genova a svoltare nettamente verso una forma cantautorale più classica e melodica, con risultati interessanti.
Filo Q è autore di un cantautorato indipendente italiano poggiato lì nel mezzo tra la tradizione (Fossati, De Andrè, Paoli) e contemporaneità (synth e drum machine affiancati alla chitarra acustica), ma in questa occasione particolare sottolineiamo che è il pianoforte ad imporsi come strumento guida assieme alla voce, e l’inedito contributo dell’amico pianista Max Morales ha dato in questo senso una svolta classica decisa rispetto ai precedenti, ben più digitali, Le Proprietà Elastiche del Vetro (2007), Messaggi da un Furgone Nazione Ep (2008) e Italiaremiscelata vol.1 (2009).
Registrato in Gran Bretagna assieme al produttore Giorgio Pona, il disco è composto da dieci brani, tra i quali spicca ‘Perso’ quinto brano – con ospite Roberto Angelini alla chitarra slide – che ha lo spessore di un classico e letteralmente decolla dopo due minuti e dieci con l’andamento emozionante e il punto di vista umanista di certi classici di Gaetano, o Graziani; una canzone che come dice lo stesso Filippo Quaglia non celebra ciò che si ha, ma semplicemente elenca ciò che si potrebbe perdere.
‘La Memoria’ invece è una delicata aria pop per pianoforte arrangiata con basso e batteria su un testo lirico riuscito, del resto proprio come ‘Illumina’, che in più aggiunge violino e chitarra acustica, o ‘Amore Maddalena’, che affronta un argomento delicatissimo con una buona scelta delle parole; ‘Causeffetti’ porta avanti una serie di osservazioni piuttosto calzanti sulla vita, e vede ospite Giuliano Dottori (Amour Fou) alla chitarra ed il trombettista Roby Nappi Calcagno nella coda conclusiva.
Come osservammo già in passato per i precedenti dischi, con testi molto originali Filo Q aggira in qualche modo i propri limiti di scrittura, come accade nella surreale ‘Bombardano Parigi’; va detto in ogni caso che Filo Q sceglie volutamente una procedura di scrittura dei testi istintiva e poco riveduta, tipica dei jazzisti be bop, e si pone ora tra i cantautori italiani da tenere d’occhio.
Autore: Fausto Turi