L’eccellente album dello scorso anno “Love and death”, frutto di sessioni insieme al collettivo Afrobeat Academy, aveva contribuito a far uscire dall’oblio il nome di Ebo Taylor rivelandone l’enorme talento anche al di fuori del continente africano. Forte del successo di quell’album e fedele al proprio spirito filologico, adesso la Strut ha pensato bene di raccogliere vecchi successi del cantante, chitarrista e compositore ghanese in una doppia antologia che definire essenziale è dir poco.
Obiettivo focalizzato sugli anni Settanta, periodo nel quale Taylor suonò in patria nei supergruppi The Apagya Showband, Asaase Ase e Super Sounds Namba, collaborò con artisti quali Pat Thomas e C.K. Mann e soprattutto riuscì a realizzare i suoi primi lavori solistici grazie all’appoggio – artistico e finanziario – del produttore Essiebons. Ma la vicenda musicale di Ebo Taylor era in realtà iniziata ben prima, con la partecipazione alle big bands ghanesi Broadway Dance Band e Stargazers sul finire degli anni Cinquanta e poi, nei primi anni Sessanta, con un fertile periodo di studio in quel di Londra, dove tra l’altro il Nostro ebbe modo di conoscere e suonare al fianco di Fela Kuti. Esperienze messe ottimamente a frutto nel periodo successivo, una volta fatto rientro in Ghana, come testimoniato dalle sedici tracce presentate in “Life stories”, dove afrobeat nigeriano, melassa blues, jazz inebriante e funk dinoccolato convivono beatamente inneggiando alla gioia di vivere.
Autore: Guido Gambacorta