The Silent Ballet lo ha definito una composizione “neoclassica”, ma forse il disco di questo artista tedesco che evidentemente ha studiato da giovane alla scuola dei Kraftwerk è qualcosa di più e contemporaneamente qualcosa di meno. Il termine neoclassico riferito a un pianista per noi italiani può forse evocare i tanto noti Allevi e Einaudi, ma non comprate il disco se pensate a quest’accostamento.
Nils Frahm è certo un pianista, ma il suo lavoro, accostabile alle ricerche di Olafur Arnalds, dei Rachel’s e di altri autori minimalisti, non si costituisce di solo piano.
Anzi in questo disco la presenza dell’elettronica è predominante, come anche il tentativo di “catturare i rumori” e di farli suonare (per esempio in Augmentation, la composizione più sperimentale), integrandoli con note di piano e del violoncello della sua collaboratrice Anne Miller.
Ne viene fuori una collezione “intossicante e deliziosa” (è la definizione di Headphone Commute) di pezzi che non si possono definire canzoni, tranne l’ultima, Long Enough, che ha anche il cantato e per l’uso dei loop di batteria e la linea dissonante di organo farebbe l’invidia dei Radiohead.
Le altre otto tracce, però, sono composizioni pure: le migliori sono quelle che potremmo definire “il ciclo dei denti (Teeth, Show your Teeth e Reminds to Teeth): basta ascoltare l’intro di violoncello accompagnato da organo di Teeth o i loop sui quali si innesta la ariosa melodia di Show Your Teeth per essere rapiti da un’atmosfera musicale non comune, che nasce proprio dalla fusione creativa di due mondi musicali cosi distanti.
Il synth e gli altri trucchi elettronici si inseriscono qui e altrove quasi violentando l’atmosfera classica del pezzo, ma è una violenza voluta, cercata, un tentativo di creare arte da accostamenti così agli antipodi.
Se poi sia arte davvero non spetta a noi umili critici musicali stabilirlo: diciamo solo che a volte l’accostamento stupisce e colpisce, altre volte convince molto poco, ma in generale esso rivela almeno una ricerca, un tentativo di creazione, che oggi in musica è quantomeno sinonimo di vitalità.
Nils Frahm – Said And Done (live at Haldern Pop Festival 2010) from Erased Tapes on Vimeo.
Unter (Official Music Video)
Nils Frahm | Myspace Music Videos
Autore: Francesco Postiglione