“Sweet times” – terza uscita della fin qui fortunatissima serie “Nigeria 70” – offre ulteriori testimonianze dell’incredibile capacità sincretica che caratterizzò la musica nigeriana degli anni Settanta, fertile terreno di fusione tra ritmi indigeni e strumentazione rock, tra suoni tribali e successi provenienti dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
Qui in particolare si scandagliano le forme di contaminazione tra il funk ed il soul-jazz americani e la tradizione percussiva della juju-music tipica soprattutto della Nigeria sud-occidentale a maggioranza etnica Yoruba, con la torrenziale “It’s time for juju music” di Admiral Dele Abiodun & His Top Hitters International – ben 15 minuti di groove spumoso su note di Fender Rhodes – a fungere da spot promozionale per l’intera raccolta.
Grazie anche al certosino lavoro di selezione di Duncan Brooker, abbiamo adesso la possibilità di aprire uno scrigno colmo di autentiche meraviglie – rimaste finora inedite al di fuori della Nigeria – quali “Idegbani” di Zeal Onyia & His Music, “Inu mimo” del figlio d’arte Sina Bakare (suo padre Ayinde è considerato uno degli inventori della juju-music), “Bisi’s beat” di Soki Ohale’s Uzzi e “Ajoyio” di Chief Commander Ebenezer Obey & His International Brothers.
Autore: Guido Gambacorta