Di questi tempi sembra che tra le pagine della stampa musicale inglese si sia diffusa una euforia più che sospetta. Se come e vero, una settima si e l’altra pure si accendono entusiasmi sopiti da almeno vent’anni. Si scrive ora di questa band ora di quell’altra, sempre definendole come l’esordio più caldo del 2011, come pronte a scrivere una nuova pagina del rock o quanto meno a scalare le classifiche di mezzo mondo. Dietro questa ondata di euforia collettiva ci è parso in alcuni band di intravedere quanto meno brio e freschezza, in altri il giudizio ci è sembrato quanto meno prematuro.
Un futuro radioso è stato previsto anche per The Vaccines quattro ragazzi londinesi divenuti un vero fenomeno mediatico grazie ad una febbrile operazione di marketing. Per l’New Musical Express Justin Young (voce e chitarra), Árni Hjörvar (basso), Freddie Cowan (chitarra) e Pete Robertson (batteria) sarebbero i nuovi Libertines. Altri allori sono stati raccolti sul fronte BBC, Zane Lowe influente conduttore di Radio 1 ha eletto If You Wanna canzone del giorno nel suo programma radiofonico e al tempo stesso The Vaccines sono stati issati al terzo posto nell’influente classifica Sound Of 2011.
Tanto se solo si considera che la band si è formata soltanto nel giugno del 2010 ed aveva all’attivo soltanto un paio di singoli. Tutto questo battage pubblicitario a così finito per elevare le aspettative per il primo album ad un livello più alto del solito.
What did you expect from the Vaccines? registrato in un paio di settimane durante l’autunno del 20101 al RAK & Miloco Hoxton Square studios di Londra con la produzione di Dan Grech, è uscito il 15 marzo scorso su etichetta Columbia, arrampicandosi immediatamente al 4° posto della classifica. Un titolo che è quasi una ironica e ammiccante presa in giro dei meccanismi dello show business.
Lasciando da parte finalmente le discussioni sulla creazione del fenomeno, possiamo dare finalmente un giudizio sulla musica. What did you expect from the Vaccines? propone 11 tracce con melodie semplici e qualche buon ritornello grintoso (Wreckin’ bar (ra ra ra) e If you wanna) che mescolano garage e surf-rock, fino a spingersi verso i territori della new wave.
L’album si ascolta volentieri, pur tuttavia non si ha l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di particolare, quanto piuttosto a soluzioni sostanzialmente calligrafiche. Quella dei Vaccines è in sostanza una formula immediata e priva di fronzoli che da The Flashtones sino ai The Wavves ha già avuto molti interpreti, tutti in possesso di una forza evocativa che qui manca.
Giudizio questo che trova conferma quasi involontariamente nelle stesse parole di Justin Young: < <The Vaccines potrebbero essere un gruppo rock’n’roll anni cinquanta, una garage band anni sessanta, una hardcore band anni ottanta>>. Appunto un gruppo che può essere tutto e niente senza una sua impronta originale.
Dopo tanto gridare al miracolo, What did you expect from the Vaccines? ridimensiona vistosamente gli entusiasmi. A noi non resta che aspettare il diradarsi dei fumi dell’effimera notorietà, solo allora potremo verificare quanto i quattro possano essere in grado di trovare una loro voce o al contrario bruciare velocemente.
Autore: Alfredo Amodeo