Su Immanuel Casto è già stato detto molto, tra cui il fatto che il suo nome è un perché, quindi non mi dilungherò oltre e passerò direttamente al fulcro della questione, cioè il suo nuovo album, dall’inequivocabile titolo “Adult Music”.
Il singolo che l’aveva anticipato, “Revival”, aveva scatenato non poche polemiche, soprattutto dai fans della prima ora, che avevano storto il naso difronte a questo pezzo piuttosto differente da quelli a cui il Divo ci ha abituato sin dagli inizi. Per molti questo era l’inizio della conversione di Immanuel verso lidi più mainstream e la fine di successi in grado di divertire ed educare (un po’ come la tradizione dell’antica Grecia, tanto cara al Divo, insegna) come “Escort 25”.
Ebbene, chi si è sentito deluso potrà ricredersi al primo ascolto di “Adult Music”, un disco tutto da scoprire, nel vero senso della parola.
Affianco a brani più leggeri, come appunto “Revival”, oppure “Johnson”, medley con lo stornello “Finalmente ho comprato l’uccello”, ci sono canzoni di vera e propria denuncia, perché il Divo non le manda di certo a dire. Un esempio tanto per gradire? La prima da citare è “Do ut des”, che recita: “Dallo alla consulta un pompino in aula magna/ lecca il membro esterno/ arriva la cuccagna/ virgulto sessuale/ orgia in Quirinale”. Volete di più? Allora c’è “Killer Star”, brano che mette in evidenza la morbosità dei fatti di cronaca nera ridotti ad elementi per risollevare lo share di pigre trasmissioni televisive pomeridiane, “drammi catodici per deficienti”, appunto.
Anche stavolta il Casto Divo non si smentisce e non tradisce i propri seguaci, insomma, nulla da eccepire. E riesce a migliorare anche con l’inglese, come dimostra in “Fluffer boy”, che fa dimenticare la triste performance della english-version di “Escort 25”.
Speriamo veramente che non decida mai di darsi al mainstream e che continui sempre a farci sognare come solo lui sa fare.
Autore: Veronica S. Valli