I milanesi Guignol per questo nuovo album scelgono un titolo piuttosto emblematico del loro stile teatrale, che sottolinea il carattere grottesco della vita, ma lo fa spesso con amarezza.
E’ una band che ha fatto esperienza in ben 11 anni di attività, questa, e che dopo il demo Sirene (2004) ha pubblicato un omonimo (2005), e poi l’Ep intitolato Rosa dalla Faccia Scura (2009) cui è seguito Canzoni dal Cortile (2009).
Con Una Risata… ci Seppellirà, gli elementi blues, rock e cantautorali si fondono bene, e il risultato è originale e senz’altro interessante, malgrado qualche punto debole la band ancora lo manifesti, soprattutto nella voce di Pierfrancesco Adduce, che talvolta non aderisce bene ai brani ed è troppo selvatica.
Il carattere noir delle atmosfere, i suoni sixties dolciastri del farfisa e il saltare sopra le righe specialmente con suoni sporchi, bassi e notturni, catturati ‘buona la prima’, sono i punti di forza delle 10 tracce qui raccolte; le partecipazioni al disco di Cesare Basile (voce in ’12 Marmocchi’), Amaury Cambuzat (Ulan Bator, Faust>, chitarra in ‘L’Incendiario’) e Davide Gammon (Hikobusha, armonica in ‘Dall’altra Parte’) sono ben coerenti col progetto, che come si accennava è sospeso tra testi dotati di acume critico, suoni sferraglianti e rigore blues.
Valga come esempio ‘L’Incendiario’, brano conclusivo del lavoro, durata 11 minuti, che cita il De Andrè de ‘Il Bombarolo’, ma anche i Velvet Underground, in un finale psichedelico che è nelle corde della band e che troppo poco emerge, stavolta, nel corso dell’album.
I Guignol sono Pierfrancesco Adduce (voce e chitarra), Fabio Gallarati (chitarra, organo), Giulio Sagone (basso), Alberto De Marinis (chitarra, organo) e Stefano Caldonazzo (batteria).
Autore: Fausto Turi