Un lungo viaggio (doppio CD, ventidue tracce in tutto) attraverso alcune delle più interessanti espressioni dell’elettronica di ricerca contemporanea. E’ così che si presenta questa bella compilation della Symbolic Interaction. Nomi legati al roster dell’etichetta, artisti della scena underground giapponese e non solo, per una raccolta che, pur evidenziando la mancanza di eclatanti novità tra le produzione del genere, si fa ascoltare con estremo piacere.
Impossibile descrivere le singole tracce, ma vanno senz’altro segnalati i dolci ricami sonori di Melodium, gli estatici paesaggi ambient di Taishin Inoue e Hakobune, la malinconia electro-acustica di Talvihorros, il piano struggente di Teruyuki Nobuchika contornato da un leggerissimo pulviscolo elettronico, i field-recordings immersi nei suoni ultra-terreni di Shotahirama, i glitch che s’insinuano nelle austere note di piano nella splendida “Caster” di Konntinent, così come i sinuosi arpeggi di Umin. Le atmosfere sono quanto mai varie: si passa dai drone cupi di Line Spectra alle eplosioni post-rock dei Hopeless Local Marching Band, dai beat acidi di Ard Bit, a quelli “frantumati” di Flotel, fino a quelli dolcissimi di Amorph. Unici italiani presenti, i “nostrani” Retina.it, con la spettacolare “We’ve Seen Things Hit Jupiter Before”, trip spaziale sospeso tra oscillazioni analogiche, pulsazioni digitali e sospiri cosmici. Bon vojage!
Autore: Daniele Lama