Una parte dell’attenzione di cui gode la musicista Julie Ann “Bee” Baenziger, deriva dal suo essere una ragazza californiana decisamente lontana dall’immagine stereotipata della bionda solare dalle grandi forme di quelle latitudini, cui il cinema e la tv ci hanno spesso abituati. La musicista, che si presenta con il nome Sea of Bees, con questo disco d’esordio (che segue però l’EP Bee Eee Pee del 2009, registrato domesticamente col software ProTools), presenta il suo repertorio folk pop molto tenero, melodico, sottilmente psichedelico, eseguito col cuore in mano ed una vocina che ricorda moltissimo quelle di Lisa Germano e Hope Sandoval, che nei testi parla molto di incomprensioni, sconforti intimi, e gira anche intorno al tema dell’omosessualità.
Alcune canzoni, tra cui ‘Marmelade’ e ‘Skinnyblade’, escono fuori dal recinto folk, rivelandosi come brani pop sofisticati e non chitarristici – la chitarra acustica, per il resto, è lo strumento centrale del disco… – e queste ci sembrano le cose migliori, anche per future evoluzioni di questo progetto musicale.
Nata e cresciuta a Roseville, Sacramento, l’artista ventiseienne – ex cameriera di una tavola calda – è musicalmente ancora leggermente acerba sul versante compositivo e compensa con trovate freak e glitch gli arrangiamenti, ma le 11 canzoni di Songs for the Ravens sono oneste e piacevoli, sebbene indietro rispetto ai modelli cui ambisce – Midlake, Joanna Newsom – mentre rientra a pieno titolo nell’aguerrita pattuglia degli seconde linee ascoltate in questo stesso anno, con le scozzesi Peggy Sue, l’italiana Le-Li, le americane Smoke Fairies e Mountain Man.
Autore: Fausto Turi