Li avevamo notati nella recente doppia compilation La Leva Cantautorale degli Anni Zero, segnalandoli tra le tante rivelazioni di quel prezioso scrigno di talenti indipendenti ancora inesplosi, poi abbiamo scoperto che questo disco intitolato Una Cura per il Freddo è già il loro terzo album, che segue L’Ultimo Giorno del 2003 e Senza Smettere di far Rumore del 2007.
Zibba (voce), Andrea Balestrieri (batteria), Lucas Bellotti (basso), Fabio Biale (violino) e Daniele Franchi (chitarra) fanno base a Savona, e suonano nel solco tracciato da Paolo Conte, Il Parto delle Nuvole Pesanti e Vinicio Capossela, contaminando pesantemente la tradizione popolare italiana con atmosfere dell’Est Europa, d’Oltralpe, dell’America Latina.
Vogliono e sanno fare di tutto, Zibba e Almalibre, rischiando grosso, esponendosi al rischio di esagerare persino, e tuttavia complessivamente riescono a mantenere la rotta, portando in porto il disco, che è molto ambizioso e di ottimo livello; semmai talvolta lascia la sensazione che sia stato pensato per una ideale e snob giuria del Premio Tenco, ma è solo un attimo, perché ciò che è vincente è la qualità dei testi da crooner, su musiche arrangiate benissimo, e la capacità di passare dalla balera all’incanto felliniano in un attimo.
Canzoni come la splendida ‘Una Parola Illumina’ (arricchita alla voce dalla classe reggae di Bunna e Raphael), e di ‘Ammami’, che sono poi i primi due singoli di lancio, andranno sicuramente lontano. Poi canzoni da osteria sul genere primo Capossela (‘La Saga di Antonio’, che ricorda vagamente ‘Contratto per Karelias’), brani irish con il violino e l’acustica a fare da guida (‘Quattro Notti’), schegge tzigane o ska, e poi jazz cabaret stile Conte o Biondi, talvolta di classe (‘Bon Voyage’ e ‘Tutto è Casa Mia’), talaltra materialista, (‘Dauntaun’), ed un paio di brani rock (tra cui ‘Rock’n’Roll’, molto Skiantos…).
C’è un generale mood blues nel disco con testi narrati in prima persona (‘Una Parte di Te’, ‘Scalinata Donegaro’, ‘Lodore dei Treni’, e la bellissima ‘Soffrir Leggero’ accompagnata con chitarre elettriche e poco altro) in cui la voce bassa di Zibba spicca molto, ma l’ascolto è leggero e piacevole, e le musiche della band sono molto ben curate, con una gran qualità dei suoni. Una Cura per il Freddo è un disco che, come dice il titolo, porta in anticipo un tepore primaverile.
Autore: Fausto Turi