L’etica e l’estetica dell’hip-hop sono concetti spesso sfuggenti per chi non vive l’hip-hop.
Identificarsi con quel mondo secondo la prospettiva MTV basata su un machismo gangsta tutta crack e puttane è sinceramente un po’ complicato per noi, più abituati a testi e rime di una povertà intellettuale imbarazzante sebbene tanto redditizi viste certe posizioni nelle charts nazionali.
Per rifuggire dalle banalizzazioni che il mercato impone bisogna – come sempre – ‘cercare l’attimo’ nell’underground, prima che anch’esso diventi mercato (se lo vuole), ma anche lì non si è esenti da rischi poiché la retorica è in agguato dietro l’angolo.
Non si può sempre giustificare – solo perchè si parte dalla strada – la rima dalla presa facile ma fine a sé stessa perchè non sempre tutto ciò che viene dalla strada è ispirazione pura: basta con ‘occhi e malocchi’, ‘ celerini e tortellini’!
Esiste un’altra strada ed un disco come TV Elle la indica.
Un mc ‘femmina’ è già di per sé valore aggiunto ma non è la sola condizione sufficiente a dare un giudizio positivo poiché di volgarità ne abbiamo viste a iosa: è che in Loop Loona il flow si trasforma in ‘stato di grazia’, e per diverse ragioni.
L’uso del dialetto calabrese, innanzitutto, al di là del calore e della simpatia che naturalmente emana, è una testimonianza di autenticità che lega una lingua dura ad una terra dura. Luna&laltra è un’immersione stordente, una girandola mediterranea che scioglie le impressioni dei vari sud del mondo e li confonde: da Napoli a Palmi, da Reggio al Medioriente in un cosmopolitismo dell’anima davvero libero e che non conosce barriere.
Tra l’altro questo aspetto tributa uno dei più bei momenti vissuti dall’hip-hop nella nostra penisola, quando, agli inizi degli anni novanta, il fenomeno delle posse – dal Salento imbastardito di ragamuffin alla Torino ipertonica di ska e dj-set alle crew della capitale ideologicamente antagoniste – riempiva i centri sociali e accompagnava la fine di quella prima repubblica di cui – dice ironicamente Daniele Sepe – ‘proviamo addirittura nostalgia’.
Probabilmente la nostra giovane amica era troppo piccola all’epoca per cogliere l’ humus sociale di quegli anni, eppure la sua denuncia – quando vi si affaccia – ne è sicuramente consapevole e non è scevra di critiche alla retorica che spesso la suggerisce, trasformando tutto questo in una narrazione molto raffinata come nel caso di Virgo Vibes, di cui esiste anche un bel video che lascia ben comprendere anche la ‘diversa’ dimensione estetica dell’hip-hop che viene proposto.
Loop Loona è molto giovane, dicevamo, e tra le motivazioni che la spingono a fare quello che fa deve per forza esserci anche quella del divertimento, il piacere del groove, del beat fisico, della lingua che si affila come un coltello per tagliare le parole nelle battaglie notturne dei mille ‘free style’ di periferia, in capannoni fumosi in cui c’è tutto un mondo ben delineato in un titolo che è tutto un concetto: Funk Acts Izm, per dirla a modo suo, ed è un modo geniale.
Il tutto per una piccola etichetta indipendente, la Strettoblaster e prodotta da Ffiume, membro del collettivo Stranimali Social Club in cui la nostra è cresciuta, perchè – mai dimenticarselo – qui quello che conta è u ‘jochi i squadra’.
Autore: A.Giulio Magliulo