Con “Note a margine“gli umbri Lilith (occhio è solo omonimia con l’ex Not Moving) giungono al quarto disco sulla lunga distanza (considerando anche l’ep d’esordio), dimostrando di avere tutte le capacità per inserirsi nell’alveo del miglior pop-rock italiano melodico ed avvolgente.
I brani presenti in questo lavoro sono ben strutturati, grazie ad uno schema presente in buona parte dei tredici brani, costituito da un pop-rock immediato e melodico, con arrangiamenti che spesso attingono dalla tradizione funk.
Le canzoni si ascoltano con molta scioltezza, anche se i testi non sono mai banali, ma profondi nei quali sono presenti riferimenti politici (Berlino) e mistici (La notte che). Tuttavia, in certe situazioni mettono un’enfasi eccessiva nei brani, soprattutto nel cantato.
La matrice lirica attinge molto dalla tradizione cantautorale italiana, evidente soprattutto in brani come “Le città invisibili“, mentre quando il gruppo vuole affondare e far emergere il suo piglio più rock, ecco brani più aggressivi come “Vita lieve e va“, il cui testo però è molto introspettivo, o il bel ritmo sincopato di “Moto perpetuo“.
Umili e tenaci i Lilith con “Note a margine” continuano il loro percorso artistico disinvolto e molto genuino.
Autore: Vittorio Lannutti