Il Cielo degli Esclusi è un titolo decisamente adatto ad un disco combat folk, e questa band laziale in copertina ci mostra un cielo capovolto, emblema delle difficoltà degli esclusi di oggi e degli esclusi di sempre, legati tra loro da un filo sottile ma storicamente difficile da spezzare: la prepotenza delle èlite nella difesa del proprio status, giustificata dalla convinzione di meritarlo, che non ammette discussioni.
I temi cari ai Legittimo Brigantaggio sono dunque sociali, e le loro canzoni narrano di ingiustizie, ipocrisie diffuse, e denunciano anche con l’arma dell’umorismo, oltre che della lotta sociale, rifacendosi nella forma alla tradizione popolare pontina e dei monti Lepini, che tra l’altro vantano un’indomabile tradizione brigante ottocentesca, e i testi insistono, con alterni risultati, nella ricerca della rima, malgrado questa forma classica e popolare si fonda con l’elettricità degli strumenti e la modernità di una parte delle storie narrate; spesso però il gruppo ricorre alla metafora di un mondo contadino antico per raccontare i giorni nostri.
C’è tanto calore e solidarietà nelle canzoni dei LB, e antagonismo ovviamente, ma anche la voglia di essere costruttivi, e c’è la tematica operaia, che affiorava anche nell’autoprodotto EP d’esordio del 2003, intitolato Quando le Lancette Danzeranno all’Incontrario, e in Senza Troppi Preamboli su Blond rec. del 2006; i ritmi sono quasi sempre sostenuti, ed i violini, il trombone, e soprattutto la fisarmonica fanno un gran lavoro, in prima fila davanti alle chitarre, alla batteria e a molti strumenti folk.
Se ‘Sudore e Fiamme’ ricorda molto i Modena City Ramblers di fine anni 90, ‘Calderas’ assomiglia alla Bandabardò e ai Gang, laddove il testo riprende lo stile di Fabrizio de Andrè, e qui le rime sono ben calzanti.
Sul finale di ‘La Leva Infantile del ‘08’ c’è anche un inciso salentino, col contributo vocale di Savino Bonito (Wogiagia) e Sergio Maglietta (Bisca), che affiancano Gaetano Lestingi, leader della band e autore di buona parte dei testi delle canzoni.
Il singolo estratto, per il quale è stato realizzato anche un videoclip, è però ‘Mi Lamento’, canzone più lenta e poetica, curiosamente però è il brano meno politico del disco: una scelta discutibile. Poi però si torna sul pragmatico con il no alla guerra ne ‘Il Gioco del Mondo’, ospite alla voce Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi).
Poi ci sono ‘Velluto di Pietra’, che potrebbe divenire il loro tormentone dal vivo, gli incisi di fisarmonica che accompagnano il bombarolo di ‘Mannaggia a Te’, e le autorali ‘Canzone per Franco’ (dedicata al musicista Franco Fosca) nonchè il bozzetto della ghost track in coda al disco, che parla dei colloqui familiari dei detenuti politici; il finale è per ‘Ad Occhi Chiusi’ che sintetizza splendidamente la canzone d’amore e quella di protesta, con lo stile di Angelo Branduardi; qui è ospite alla voce Betty Vezzani (Modena City Ramblers).
Autore: Fausto Turi