I My Chemical Romance sono uno di quei gruppi talmente stereotipati che la gente non fa neanche più caso a quel che suonano e guardano solamente il loro look. «Sono EMO». Affermano in molti. E io sono qui ancora a difenderli dopo anni e anni che li ascolto e li ammiro per ogni cosa che fanno. Per cui se siete quanto meno delle persone con un minimo di senso critico andate avanti, altrimenti non sprecate minuti preziosi della vostra vita.
Ora ve lo ricordate The Black Parade, l’ultimo lavoro datato 2006 della band originaria del New Jersey? Vi ricordate gli scheletri, le occhiaie cadaveriche, i pizzi funerei e la morte che aleggiava come tema principale di quel disco? Ecco, dimenticatevele!
I My Chemical Romance, con a capo Gerard Way con una nuova tinta per capelli rossa fiammante, sono tornati questa volta con Danger Days: The True Lives of The Fabulous Killijoys, disco uscito il 22 novembre, ed ha un’impronta nuova, brillante e vivace.
C’è un pò di tutto in questo lavoro; il vecchio punk del primo album I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love, l’elettrorock puro e di nuovo stile, più carismatico, più rock and roll. Ma veniamo al dunque.
Il disco costato 4 anni di duro lavoro, si apre con l’intro parlato Look Alive Sunshine che conduce direttamente a Na na na na na na primo singolo ormai in rotazione da un mese. La canzone è esplosiva, mi verrebbe da dire un bel po’ commerciale, ma pur sempre vincente nella sua struttura, appunto un singolo di lancio.
Segue Bulletproof heart, bellissima, caratterizzata da un rock and roll classico con un assolo di chitarra splendido e un ritmo effervescente. E’ la volta di Sing secondo singolo in rotazione da pochi giorni. E’ un brano che al primo impatto non sembrerebbe frutto dei MCR. E’ lento, dolce ma allo stesso tempo ha in se quella vena tipica del rock disperato, di chi attraverso la musica cerca di mandare un messaggio ai propri fan, toccandoli direttamente nel cuore. Toccante il video. Planetary (Go!) è l’innovazione principale del disco. E’ un brano che in molti non ameranno ma che io trovo accattivante solo per il coraggio che la band ha avuto nello sperimentare questo nuovo sound puramente elettronico accostato agli urlacci prepotenti di Gerard.
The only hope for me is you è il classico brano alla MCR. C’è tutto: chitarra, batteria, basso, parole, passione, cosa che in un gruppo come i MCR non manca mai.
Poi è la volta dell’ennesimo intermezzo parlato che ha il compito di narrare la storia di questi famosi killijoys che altro non sono che i 4 del New Jersey; e poi si ricomincia di nuovo senza sosta.
Party poison è un concentrato di puro punk in cui Mr Way si lancia in una delle performance più urlate e potenti che io abbia mai sentito, accompagnato da schitarrate infernali. Save yourself I’ve hold them back ancora una volta sorprende. Il lavoro delle chitarre è impressionante e giuro di non aver mai sentito nessun altro interpretare i brani come fa Way.
In ambito musicale si chiama «sentire il brano» e mi domando se ci sia qualcuno al mondo che sente il testo più di quanto lo senta Way, perché credetemi, la passione e l’ardore con il quale interpreta le lyrics è qualcosa di emozionante. S_C_A_R_E_C_R_O_W è la ballata dell’album. Che dire? Ricorda un po’ I don’t love you, ma sicuramente nel contenuto c’è meno disperazione e frustrazione.
L’assolo di chitarra targato Frank Iero è il momento più intenso del brano. Summertime è stupenda e non ho nessun’altra parola per descriverla.
Una lettura del testo forse aiuterebbe di più voi che state leggendo. E poi c’è quella tastierina che accompagna l’intero brano e ancora una volta un bellissimo e toccante assolo di chitarra.
Poi ecco che proseguendo vieni preso a schiaffoni da Destroya, un po tribale e un po elettronica in avvio, e assolutamente punk rock nell’anima.
Vi piacerà perché ha una carica e un energia in sé mai sentite prima. E’ la bomba ad orologeria di Danger Days; frenetica, estenuante, terribilmente violenta. Assolutamente meravigliosa. The kids from yesterday sembra una canzone di David Bowie per i primi 30 secondi. Non me ne vogliano i fan del Duca Bianco per l’affermazione assolutamente azzardata, ma probabilmente se siete fan di Bowie, neanche state leggendo.
In ogni caso sottolineo primi 30 secondi, per il resto è altra musica, altro stile, insomma altra roba. Concludendo, segue Goodnite Mr death che altro non è che l’inno americano introdotto dall’ennesima voce parlata, che sfocia in un esplosione di sintetizzatori assordanti che conducono infine all’ultimo brano: Vampire Money.
E cosa devo dire ancora? Mi sembra che io abbia già detto tutto. Punk and roll vorrei affermare ma dorse è ancora un modo per enfatizzare il mio modesto parere. Danger Days è un disco solido, ben strutturato e ricco di sperimentazioni, rivisitazioni e citazioni. Gerard Way è un leader incontrastato sul palco e in studio, e un doveroso riconoscimento va anche agli altri membri della band che fanno si che la musica dei MCR non sia mai banale e scontata.
Autore: Melissa Velotti