Nell’ultimo anno e mezzo prendersi una pausa dalla propria band per realizzare un album solista sembra essere diventata una moda. Il primo è stato Julian Casablancas voce degli Strokes, poi è stato turno di Jonsi Birgisson, leader dei Sigur Ros e infine Brandon Flowers frontman dei Killers; tutti lavori studiati e coloriti, caratteristici nella loro unicità.
Questa volta è Paul Smith leader della indie rock band inglese Maximo Park a scegliere la temporanea strada da solista. Margins, così è il titolo del suo debutto solista, al primo ascolto sembra non allontanarsi troppo dalle sonorità della sua band originaria, lasciando tuttavia ampi margini di sperimentazione per nuovi sound e melodie.
Uscito l’11 ottobre sotto l’etichetta Billingham Records, l’album viene accompagnato da un fitto tour europeo durante il quale Paul ha fatto anche tappa in Italia per ben tre appuntamenti.
Il primo singolo estratto, Our lady of lourdes, è un mix ben riuscito di riff di chitarra e riverberi vocali che creano quella giusta atmosfera che poi è riflessa nell’intero lavoro. North atlantic Drift mette ancora una volta in risalto il particolare timbro vocale di Smith lasciando anche spazio a fisarmoniche e coretti i quali arricchiscono ulteriormente la traccia più elaborata del disco.
The crush and the shatter è un crescendo di suoni e parole in cui il ritmo della batteria la fa da padrona sulla chitarra appena pizzicata e il basso che mantiene il ritmo sostenuto. Improvement/denouement ricorda un po’ le melodie vintage delle ballate degli anni 50’ mentre Strange Fiction gioca ancora una volta coi riverberi e il sound dei Maximo Park, sempre presente a piccole dosi. While you’re in the bath è la prima di una serie di tracce più blande, suonate per la maggiore in acustica e che ancora una volta fanno della voce di Smith il punto di forza, così come The heat e Alone, I would’ve dropped che seguono.
I drew you sleeping è una poesia ricca di lievi e ritmati riff di chitarra, mentre Dare not dive è il tipico stile della band britannica.
I wonder If e The Tingles rallentano ancora una volta i ritmi del lavoro che mai in realtà sembra assumere quella chiave rock, rimanendo per lo più nel mezzo tra ciò che si definisce acustico/folk/alternativo. Pinball è la traccia di chiusura; c’è Paul con la sua voce e una chitarra pizzicata lievemente, nulla di più. Margins non è il disco adatto per chi ama il rock and roll dei Maximo Park, perché di quello, apparte qualche sfumatura lieve c’è ben poco.
Il grande pregio di questo disco è la sperimentazione e la voglia di Smith di mettersi in gioco, spaziando dai sound più acustici fino a toccare qualche venatura persino folk, a dimostrazione che nella musica così come nella vita, non si finisce mai di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze.
Per quanto mi riguarda il disco promette ottimi live e conoscendo la personalità di Paul Smith sul palco c’è da aspettarsi qualsiasi cosa.
Autore: Melissa Velotti