I Santo Barbaro sono una delle realtà italiane in grado di musicare delle poesie. Pieralberto Valli, deus ex machina di questo progetto a due anni di distanza da “Mare morto”, ha totalmente rimaneggiato la formazione lavorando quasi esclusivamente in solitudine e si è fatto supportare soltanto dalle macchine elettroniche di Franco Naddei per pubblicare quest’altra preziosissima opera variegata, complessa e molto intrigante.
In “Lorna”, infatti, Valli ha deciso di inserire moltissimi elementi riuscendo abilmente a farli convivere anche se apparentemente molto distanti tra di loro.
Il disco si dipana lungo tredici brani, sempre caratterizzata da un’elevatissima vena poetica di notevole spessore culturale nei quali si passa da ballate intime ed avvolgenti a brani aperti e con sferzanti riff rock rabbiosi, come la stessa title-track.
I picchi poetici Valli li raggiunge in “Scia di polvere”, nel quale dimostra di essere in grado di avvicinarsi al De Gregori degli esordi, e “Canto di fondali” densa di un’introspezione intima, caratterizzata da frasi struggenti e commoventi come “per ogni madre di ogni mare/che allatta pesci senza nome/quando il giorno nuota e si perde/tra i riflessi incerti dell’umanità”.
Un altro accostamento importante che si può fare è quello ai La Crus, in particolare in “Nudi dorsi”, nella quale la coralità melodica del cantato si innesta molto bene sul tappeto elettronico che la sostiene.
Curiose poi le due tracce quasi techno “Carosello1” e “Carosello 2”, poste come frammenti musicali accelerati, che sembrano voler dimostrare l’urgenza di dover sfogare delle ansie accumulate.
Tutto il disco è da ascoltare con molta attenzione, senza perdere neanche un frammento.
Autore: Vittorio Lannutti