Misantropicana è un album divertente e di ampio respiro: tredici brani, critici ed ironici al punto giusto, che stuzzicano l’ascoltatore come un vero e proprio banchetto. Dall’antipasto, con Report 1, al primo (Apocalippo), passando per un salato, ma saporito, secondo (Ho votato lega), al momento di relax (Forse questo è amore) in attesa dell’indissolubile trinomio dolce, frutta e caffè (Il chiacchiericcio da cortile, Humphrey Bogart e Dogma) che lascia andare a casa pieni e soddisfatti.
Da ascoltare un po’ dovunque, il lavoro di Piet Mondrian è forte di una coesione strutturale, ed in parte tematica, fra tutti i pezzi che, come foto ritagliate di un collage che attingono a varie categorie e classi della vita, ricostruiscono complessivamente un quadro generale ricco di sfumature, zone d’ombra ma anche sistematica speranza.
Mondrian riesce ad elevarsi da tutto questo per raccontarlo, senza però perdere il contatto con la realtà, un surfer, per dirla alla McLuhan, che studia e racconta le dinamiche in cui ormai tutti si identificano, diventando narratore e narrazione, ricercatore ed oggetto della ricerca.
Un buon album, in definitiva, sia sotto il punto di vista etico che sotto quello estetico: un’ottima capacità di condensare in suono il messaggio, unita ad una freschezza stilistica come poche, pongono Misantropicana una spanna più in alto di una buona parte della produzione attuale.
Autore: A. Alfredo Capuano