Dopo un doppio tour mondiale ed una compilation “DJ Kicks”, i Chromeo tornano con Business Casual, terzo lavoro in studio del duo canadese.
Precisiamolo da subito: se vi aspettavate grandi rivoluzioni da quest’album, prego quella è la porta.
I Chromeo, sicuri di saper fare bene quel che fanno, sono rimasti fedeli, forse anche troppo, al funky-pop di Fancy Footwork (2007). Il che è stato un azzardo.
Hanno corso il rischio di risultare noiosi dal primo ascolto, dando l’impressione che fosse qualcosa di già sentito in partenza. Ma gli è andata bene.
Stessa elettronica anni 80, stessi echi french-touch, mixati da Sir Philipe Zdar, dei Cassius e produttore dei Phoenix.
Business Casual rappresenta il loro debutto con una major (almeno negli States), l’Atlantic, che ha fornito a Dave1, fratello maggiore di A-trak, e P-thugg tempo e denaro necessari per realizzare un album dai suoni vistosamente più curati. Più spazio alla chitarra stavolta, cosa percepibile già dal primo singolo, “Night by night“, con un assolo di Dave nella seconda metà del pezzo, oltre ai soliti giri di basso e vocoder su base funky, ed un testo velatamente erotico, costruito sulla filosofia del “carpe diem”, o per meglio dire “noctem”.
Feeling da seduttore dal cuore spezzato e frasi romantiche in “Don’t turn the lights on“, secondo singolo e traccia portante del disco in cui armonie e parti cantate si incastrano alla perfezione su riff di tastiera di P-thugg.
Featuring importanti quanto improbabili in “When the night falls“, cantata con Solange Knowles, sorella minore di Beyoncè, che ricorda “She’s on fire” di Amy Holland, dell’83.
In “Don’t walk away” i Chromeo sembrano fondere la loro 100% (Fancy Footwark) con gli accordi di “Good Times” delle Chic, mentre “The right type” sembre una perfetta closing track di quei telefilm anni 80 per ragazzi, in cui si susseguivano pacche sulla spalla da fratello maggiore e partite di basket nel cortile di casa.
Business Casual ha un suono così perfettamente eighties che potrebbe essere inserito in una playlist di trent’anni fa ed essere scambiato per un disco dell’epoca (tra l’altro gran parte della strumentazione utilizzata risale proprio a quel decennio).
Con questo album i Chromeo sono riusciti nell’ambizioso progetto di rendere pop, e quindi più diretto, un lavoro in realtà molto elaborato, che riesce a non stancare nemmeno dopo un numero imprecisato di ascolti e che ha convito perfino Bill Clinton, che pare essere un loro grande fan.
Autore: Francesca Schizzo