Come poteva chiamarsi l’album di debutto dei Jamaica, se non “No problem”?
Eppure la nomenclatura inganna, perché se vi immaginate spiagge, cocktail, mulatte sculettanti e seminude, marijuana e cappelli rasta, ecco, mi dispiace, ma siete fuori strada.
I Jamaica sono un duo francese che ha imposto la filosofia del “don’t worry-be happy” all’elettropop di questi nuovi anni dieci: saltellanti, glitterati, al neon e rosa shocking, a volte debitore a certi anni ottanta fin troppo riesumati.
Nel disco però l’anima elettro-rock non si lascia intimidire del tutto, del resto la produzione è pur sempre quella di Xavier de Rosnay dei Justice e Peter Franco, sound engeneer dei Daft Punk.
Nascosto nel singolo di debutto, I Think I like U 2, particolarmente pop, solare ed orecchiabile, c’è uno spazio riservato alla chitarra elettrica che si arroviglia e si fa spazio attraverso le strofe e i ritornelli; sempre la chitarra introduce da sola l’altro pezzo elettrorock del disco, Short and Entertaining, che quasi sembra un tributo ai vecchi Phoenix, mentre Jericho ha tutti i requisiti per essere una hit bollente dei palinsesti radiofonici, colonna sonora ideale per le immagini di un aftershow: felice e stanca.
Sembra cominciare bene anche Gentlemen, con il suo attacco pop romantico, ma qualcuno poi decide di introdurre dei campanellini che non sarebbero piaciuti neanche ad Elthon John, e allora niente, vai con 5 secondi di assolo di chitarra per farcelo dimenticare.
The Outsider e By the numbers portano al disco un groove più sporco, di cui si sentiva il bisogno: ritmate all’eccesso, abbandonano la patina glam anni ottanta e tornano a dettare legge in modo onesto e attuale.
Un disco in cui ogni pezzo potrebbe potenzialmente essere una hit, questo No Problem, dispettoso e chic al tempo stesso. E si parla di elettropop francese, del resto.
Autore: Olga Campofreda