Il talento giovanissimo di Portland, classe 1987, è tornato a comporre per la Bella Union, che aveva lasciato due anni fa ai tempi di Home, il suo primo album solista. Dopo diversi esperimenti e progetti, fra cui si contano due album di solo piano e un concept album orchestrale, ora Peter Broderick torna al suono minimalista e intimista della voce accompagnata dal solo pianoforte per questo How They Are che già dalla copertina lascia intuire il sound invernale per il polistrumentista degli Efterklang.
Del resto Broderick divide la sua vita e la sua produzione fra Oregon e Danimarca, quindi l’inverno lo ha nel cuore, anche se il suo stile lascia intuire più le origini americane: il suo è infatti un folk post-moderno, ridotto all’osso, cantato soffusamente (a volte parlato, come in Guilt’s Tune o Hello to Nils), che ripudia effetti, rumori, distorsioni. E’ ovvio che si tratta di musica per intenditori, da coltivare nei circuiti di nicchia: ma le sue melodie sono tutt’altro che sperimentali, rivelandosi piuttosto come essenza melodica pura, armonie semplici che qualsiasi orecchio anche inesperto può gustare.
Basti come esempio l’intro gospel di Sideline, o l’esordio di When I’m Out, o la semplicità sonora di Human Eyeballs on Toast. Suoni lineari ed essenziali, ma non per questo facili o non emozionanti: su tutti, la stupenda Pulling the Rain con il suo “assolo” di piano, ci spiega qual è l’intento del giovane Peter: non stupire, ma emozionare, nella maniera più primordiale possibile, con le note di un pianoforte accompagnate da un fraseggio vocale, o a volte da un leggero arpeggio di chitarra acustica.
Non sono suoni di un tempo andato, ma semmai suoni senza tempo: può rendere l’idea il paragone con un Jason Molina oppure un Ludovico Einaudi (o un Giovanni Allevi) di casa nostra, anche se la sua è una ricerca più minimalista.
Un album che non si ascolta distratti o immersi nei rumori della città, ma rigorosamente al buio e a occhi chiusi. Un altro piccolo capolavoro di questo giovane genio della semplicità.
Autore: Francesco Postiglione