I Nastro sono una band proveniente da Roma e composta da Flavio Scutti, Pierluca Zanda, Manuel Cascone e Francesco Petricca. Il gruppo attivo già da qualche anno si accoda all’interessante To Lose la Track che da spazio a tante realtà giovani e intriganti.
Questo primo album dei Nastro è un frullato di suoni orbitante attorno a una wave elettronica che delimita parti apertamente rock e industrial passando per qualche cowbell che fa molto LCD Soundsystem traditi però da tracciati non-funk.
In linea di massima i Nastro cercano, in effetti, di richiamare svariate atmosfere o ambienti sonori, pur restando nel seminato wave; tutto ciò porta sicuramente a nette diversificazioni tra le tracce dalle quali emergono elementi appunto funk, dub, elettronica, idm e industrial con spunti e sonorità piuttosto interessanti contrapposte a parti che dovrebbero essere tenute decisamente a bada, vedi qualche vocoder compreso tra le patches di alcuni synth economici, che non vuol dire scadenti, così come versi e ululati sono spesso eccessivi.
I momenti migliori si hanno nella parte centrale di questa release, si possono indicare in “Velocità” e la successiva “Uuu”, buoni brani macchiati dalla mania opinabile di strafare, tant’è che si ha l’impressione che ciascun elemento del quartetto vuole essere protagonista alterando così il gioco di squadra, cosa che poi si nota anche nel missaggio dei brani.
Il cantato non-sense è anch’esso un fattore “border-line” e piuttosto rischioso dato che nel momento in cui si sceglie di puntare sull’assurdo, si cammina sul serio sul filo del rasoio, producendo esiti anche snervanti per l’ascoltatore.
Quest’album senza nome dei Nastro non è cattivo, andrebbero apportate funzionali scremature. Molte band giovani barattano le pratiche più semplici nella fase compositiva a favore di un appagamento rispetto ai propri ascolti e ciò determina una autolimitazione nella libertà e nel fare…
Autore: Luigi Ferrara