Disco intimo, ombroso, di grande intensità emotiva, qualità assemblate dalla collaborazione tra il cantautore americano Jordan De Maio ed il violinista italiano Paolo Petrocelli, grazie alle quali i Vinegar Socks si sono rapidamente imposti all’attenzione internazionale, per il buon livello della loro musica, unito ad un’intensa attività live.
Partendo dal lamento penoso di “Salesman in love” , la dimensione privata si produce in un faccia a faccia con la sensibilità dell’ascoltatore, incantato dalle ballads di bassa fedeltà racchiuse nello scrigno dei tesori nascosti; “Zeppo” e “Ashemites” suonano un blues “rapito”, sia a Robert Johnson che al compare Nick Cave; “Xilophone” indulge in climi melodrammatici, che non concedono scampo agli orfani di Shane MacGowan e dei Pogues; “Vacation from a Vacation” e, la conclusiva “Before the Unreal”, si avvalgono della collaborazione del mandolinista Patrizio Petrucci ed il contrabbassista Marco Rossini, dediti ad insufflare le note, come farebbe un maestro vetraio.
Non resta altro da dire dell’esordio del Vineas Socks, se non che traduce un progetto musicale che ha il merito di non avere pudore, alla continua ricerca di una scrittura di grande immediatezza, ad alto impatto emozionale, essenziale nelle sue trame folk ed autentico, senza guardarsi troppo indietro.
Autore: g.ancora