Gli Zero In On sono una band svizzera di Locarno attiva dall’inizio del millennio e “Silly Lilly” è il nuovo album di questo trio composto dal cantante/chitarrista/pianista Elias Bertini, il bassista Gian Andrea Costa e Mattia Stefanini alla batteria.
Il disco segue i due precedenti “The Oblivion Fair”, 2004 e “Pillow Talk” del 2006, e trattasi di un apprezzabile e vivace pop-rock, di riflesso post-punk a tratti anche grunge.
Gli elvetici partono in quarta e sparano subito i colpi migliori: la title-track ha un’espressività piuttosto “brit” ed è seguita dall’ottimo singolo estratto “Los Angeles is Burning” che nelle linee melodiche tracciate dal piano ricorda approssimativamente alcuni elementi distintivi dei Manonegra. L’autentico botto iniziale sa anche di spreco per aver catapultato a capo di disco, due tra i migliori momenti di “Silly Lilly”.
La playlist dunque destabilizza il continuo della release che ad ogni modo si difende degnamente nonostante eccessivi “yeah, yeah, yeah” e un forzato ridimensionamento del giudizio, provocato in effetti, dallo squilibrio iniziale e da qualche zoppicante brano dall’ascendente classic rock, che pretenziosamente cerca di assorbire energia prima di rilasciarla, provocando altresì l’effetto contrario.
L’album, quindi, altalena momenti memorabili alternati a pezzi di minore intensità; il contrappeso è ristabilito in tracce sinceramente piacevoli come “My Black Guitar” che risplende di scintillanti lumi anni novanta.
Molto bene quando il trio delimita perimetri wave mirando al power-pop, con i brani che si sviluppano in crescendo per poi finire di colpo e qualche febbrile ma necessario richiamo post-punk a rendere il tutto decisamente più frizzante.
Il disco si avvia alla fine e l’ultima traccia “Words” scarica un po’ di quell’elettricità e potenza legittimamente detratte fino a quel momento.
Autore: Luigi Ferrara