Si fatica abbastanza per ascoltare “Have One On me” album triplo (!), l’ultima realizzazione della arpista californiana che nel 2006 muovendosi sull’onda scatenata dal baraccone prewar-folk (Devandra Banhart su tutti), seppe affrancarsi dal fenomeno musicale del momento confezionando ”Ys” uno dei dischi più osannati degli anni zero, citato con buona frequenza nelle playlist del decennio dalle redazioni della stampa specializzata.
A quattro anni di distanza la Newsom, confermata gran parte della squadra di collaboratori capitanata da Jim O’Rourke (squadra che vince non si cambia) confeziona diciotto ballate psych-folk: “Easy”, “81”…, nelle quali si rincorrono gli echi delle vecchie composizioni, caratterizzate dalla singolare intonazione vocale e dalla particolare perizia tecnica applicata nelle esecuzioni delle parti musicali accompagnate con l’arpa dall’autrice.
Ma “Have One On Me” non si ripresenta soltanto per quel disco fragile e sognante che fu“Ys”, anzi! Grazie all’aumento considerevole del numero dei musicisti arruolati, si arricchisce di contenuti orchestrali: “Soft As Chalk” ed arrangiamenti sorprendentemente pop: “Good Intentions Paving Company” che confermano la maturità raggiunta dall’autrice ed esaltano il momento magico conseguito da una artista dalla connotazione precisa ma priva di riferimenti significativi nel panorama musicale indipendente.
Autore: g.ancora