Siamo molto combattuti nella redazione di Freak Out se comportarci come i contadini, pardon lavoratori agricoli, e tenerci in cantina il miglior vino, oppure contribuire nel limite delle possibilità allo sviluppo dell’indie italiano. Fino a qualche anno fa i riferimenti artistici delle band nostrane erano senza eccezione gli stessi (scegliete da voi l’esempio) e con la perenne giustificazione continuamente pronta, che la lingua italiana con la musica rock non lega in nessuna maniera. Fortunatamente i tempi sono cambiati, così come le valutazioni; il ricordo di buone band, con il loro mediocre seguito di epigoni, è spazzato via paradossalmente dalla confusione di questi giorni. Tutte le realtà come Freak Out, oggi possono supportare consapevolmente la scena italiana e questa volta per merito non per obbligo morale, fatto constatabile dalle ultime uscite di album che migliorano sensibilmente lo scenario e di conseguenza l’emancipazione della cultura musicale. Oggi abbiamo il vivo piacere di descrivere “Loophole” degli Elton Junk e la cosa che colpisce, immediatamente, è la prova di maturità che la band senese ha offerto con questo disco. Il trio ha un buon temperamento e lo dimostra subito alle prime battute: “Al fiume”, “Lost” e “All along the Horizon” sono tre pezzi esemplari di come una band può tenere a bada le influenze e sviluppare un proprio personalissimo sound e stile raramente rintracciabile soprattutto nel momento in cui un gruppo decide di confrontarsi in un ambito pop. Gli arpeggi di chitarra sono illusori rispetto alla flessibilità dei brani e talvolta si lasciano superare, pur se di misura, da benaccetti fraseggi di organo, strumento spesso e ingiustamente sottovalutato. La batteria è piacevolmente monotona, con riferimento all’accezione positiva del termine, con cambi di pattern semplicemente essenziali. L’album scorre e le canzoni appassionano complice un funzionale avvicendamento del cantato in italiano e in inglese. Il trio Tabacco/Pace/Pedani, ha azzeccato davvero tutto e con spirito migliorativo si suggerisce per il futuro di contenere questi bravi fonici e tecnici del suono colpevoli di tenere lo stesso eccessivamente pulito, cosa che fa perdere alla band quel pizzico di sale in più che non rovina la minestra. La produzione è affidata a Daniele Landi e presenti tra gli ospiti Nicola Manzan, Bertani & Benassi dagli Stoop. Congratulazioni alla Forears per il lavoro che sta svolgendo e complimenti anche per la bellissima grafica e l’artwork.
Autore: Luigi Ferrara