Il primo maggio dello scorso anno si tenne in quel di Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, la prima edizione di iFest – “festival indie-spettito, indie-sponente, a tutti gli effetti indie-gesto” – che chiamò a raccolta diverse realtà musicali italiane grazie alla passione dello staff di Ribéss Records e alla compartecipazione dell’Assessorato alle politiche giovanili e agli scambi internazionali della Provincia di Rimini. Un festival talmente “mini” che ad una prima edizione non ne è seguita una seconda, nonostante che l’appuntamento del primo maggio 2010 se ne sia già andato… ma non si mai, magari più in là… e poi in questo stivale scalcagnato dei Grandi Fratelli, dei Fattori X e dei troppi Santi di nome Remo è giusto che manifestazioni realizzate con pochi euro e tanti sacrifici appaiano e scompaiano, timide come una biscia di bosco, così quando si concretizzano ce le gustiamo ancora di più e, se poi ce le siamo perse comunque, che ci possa almeno rimanere addosso quel gusto amarognolo di occasione perduta, di tempo che va e più non ritorna, di evento unico e forse irripetibile che non ci ha visti né attori né spettatori…
Per quanti erano là, a Santarcangelo di Romagna, questa bella compilation allestita dalla Ribéss varrà come gradito album dei ricordi, con una scaletta che include una traccia per ogni ospite dell’iFest più diversi contributi aggiuntivi di musicisti sodali sia nel corpo che nello spirito.
Per quanti invece non erano presenti a quel primo maggio 2009, l’ascolto di queste 18 tracce sarà l’occasione per avere una prospettiva in più, una delle tante possibili, su ciò che si agita – ma anche su ciò che si rotola, si riposa, si stiracchia, si contorce, si gratta – nell’affolato sottobosco musicale italiano. Un sottobosco più o meno calpestato, e certo per voi lettori di Freak Out quelli di Bachi da pietra, Le luci della centrale elettrica, Dente, Il pan del diavolo, Fuzz Orchestra, Morose, Grimoon, Maisie, Adriano Modica ed Uochi Toki sono nomi masticati d’abitudine come fragrante pane quotidiano. Ma forse non tutti sono soliti frequentare Piet Mondrian, Il moro e il quasi biondo, Those Lone Vamps, No Seduction, e se siete così bravi da conoscere Los Hermanos Ramonda e Paq, probabilmente non avrete i loro due brani qui presentati, visto che di inediti si tratta.
Tra folk ruspante, hip-hop fulminato, post-punk lunare, garage-rock rugginoso e cantautorato ora teatrale, ora sognante, ora epilettico, quella che viene fuori come da una vecchia macchinetta Polaroid è un’allegra foto di gruppo, di quelle che si scattano con gli amici alle fiere di paese.
A dir poco stupendo l’artwork curato dalla triade tutta al femminile di Serpe in Seno (www.serpreninseno.it): quello da solo giustifica i 5 euro che il Re Biscio mendicante va elemosinando in giro per lasciarvi in cambio questo cd.
Autore: Guido Gambacorta