Reduce dal successo internazionale di “Inspiration information 3” al fianco degli Heliocentrics – disco premiato tra l’altro come “best album” al prestigioso Trophées des arts afro-caribéens – il padre dell’ethio-jazz Mulatu Astatke mantiene bella calda la propria vena creativa consegnando alla Strut dieci tracce nuove di zecca.
Registrato con membri della Either/Orchestra a Boston, e con l’ausilio di musicisti etiopi ed alcuni componenti degli Heliocentrics durante le sessioni finali tenutesi nel novembre dello scorso anno in quel di Londra, “Mulatu steps ahead” suona più vaporoso e meno trascinante dal punto di vista ritmico sia rispetto ad “Inspiration information” che rispetto al materiale del periodo 1969-1974 raccolto in “Ethiopiques 4”, ma l’afflato spirituale di Mulatu resta intatto ed anzi qui la sua musica suona pacificata e pacificante come non mai. Buone vibrazioni che viaggiano tra America ed Europa prima di far ritorno nel ventre della grande madre Africa: “Radcliffe” effonde aromi alla Pharoah Sanders, “Assosa” e “Derashe” riprendono temi tradizionali rispettivamente del Nord e del Sud Etiopia, lo spirito di Duke Ellington benedice “Green Africa”, la fascinosa “Boogaloo” mette in mostra le proprie rotondità latine, “Mulatu’s mood” strapperebbe un sorriso compiaciuto a Dizzy Gillespie, “I Faram Gami I Faram” è un canto tribale che rimbalza tra il Corno d’Africa ed Haiti, “Ethio blues” potrebbe essere opera di un Charles Mingus in vacanza ad Addis Abeba.
Se in cielo esiste un dio, che ci preservi in vita Mulatu per molto tempo ancora!
Autore: Guido Gambacorta